INFERNO IN LIBANO. Distrutta una parte della zona del porto. Il governatore della città: «Sembra Hir

Violente esplosioni
a Beirut.
Almeno 50 morti e 2.750 feriti

di Alberto Zanconato
Tra i feriti ci sono anche due militari italiani del contingente libanese. Si cercano eventuali superstiti sotto le macerie di un edificio di tre piani
Vigili del fuoco sul posto dell'esposione al porto di Beirut
Vigili del fuoco sul posto dell'esposione al porto di Beirut
Vigili del fuoco sul posto dell'esposione al porto di Beirut
Vigili del fuoco sul posto dell'esposione al porto di Beirut

ROMA Beirut torna a vivere i peggiori incubi della lunga guerra civile e delle altre crisi laceranti che hanno segnato i 30 anni passati dalla fine di quel conflitto. Un'esplosione di potenza inimmaginabile - secondo alcuni testimoni udita fino a Cipro, a distanza di 200 chilometri - ha portato la devastazione e seminato il panico in tutta la capitale e nei sobborghi. Almeno 50 morti e 2.750 i feriti, secondo un primo bilancio ancora provvisorio della deflagrazione, avvenuta nel tardo pomeriggio nel porto e sulle cui cause regna ancora l'incertezza.Il numero delle vittime potrebbe comunque aumentare, a giudicare anche dalle immagini diffuse dai social media e dalle televisioni che mostrano persone rimaste intrappolate sotto le macerie di edifici crollati.Un testimone che vive sulle colline a est della capitale, alcuni chilometri dal porto, ha riferito all'ANSA che lo spostamento d'aria è stato talmente potente da far saltare tutte le placche delle prese di corrente nella sua abitazione. In interi quartieri del centro praticamente nessun edificio è rimasto con i vetri intatti. Fonti riferiscono che nella zona di Mar Mikhael nell'alto edificio di Electricité du Liban, l'ente elettrico nazionale, sono rimasti intrappolati molti dipendenti e che si è lavorato a lungo per trarli in salvo.Sull'autostrada costiera che va verso nord e che passa vicino al porto, per un lungo tratto si vedono auto semidistrutte, mentre la carreggiata è coperta di detriti. Anche all'aeroporto internazionale Rafic Hariri, distante alcuni chilometri, i danni sono evidenti. Nel porto di Beirut sono ancorate anche alcune unità navali dell'Unifil, la forza di interposizione dell'Onu al confine tra Libano e Israele. In serata fonti informate hanno detto all'ANSA che squadre dei «caschi blu» stavano cercando di raggiungere l'area dello scalo in elicottero, perché l'accesso via terra risultava praticamente impossibile. Non si hanno per ora notizie sulla situazione degli equipaggi, che dovrebbero essere formati da marinai del Bangladesh.Fonti qualificate hanno detto invece che due militari italiani dell'Unifil sono rimasti feriti in modo non grave, mentre altri sono sotto osservazione perché in stato di choc.Mentre in serata il presidente libanese Michel Aoun ha convocato una riunione d'emergenza del Supremo consiglio della Difesa presso il palazzo di Baabda, voci di ogni tipo si rincorrono sulle cause della deflagrazione. Il capo delle forze di sicurezza nazionali, generale Abbas Ibrahim, ha parlato di un incendio sviluppatosi in un deposito di materiali altamente infiammabili sequestrati in passato. Un video circolato sui social media mostra dapprima una colonna di fumo nero alzarsi nel cielo. Poi, in quelle che sembrano le fiamme di un incendio, alcune deflagrazioni minori. Infine, un'esplosione gigantesca che investe anche il balcone da cui vengono riprese le immagini, alcune centinaia di metri dal porto.«L'Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico», ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

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