Christo: «È
un’opera da vivere
a piedi nudi»

Christo illustra il progetto «The Floating Piers» realizzato sul Sebino
Christo illustra il progetto «The Floating Piers» realizzato sul Sebino
Christo illustra il progetto «The Floating Piers» realizzato sul Sebino
Christo illustra il progetto «The Floating Piers» realizzato sul Sebino

«The Floating Piers non è un quadro né una scultura. E non va guardato: va vissuto - esorta Christo, circondato da cento giornalisti arrivati da tutto il mondo -. Per apprezzarlo davvero bisogna camminare lungo due chilometri e mezzo di strada pedonale e tre chilometri di pontile galleggiante. Bisogna farlo con il sole e con la pioggia, con il freddo e con il caldo, di giorno e di notte, possibilmente a piedi nudi e con il vento fra i capelli, perché tutti questi elementi naturali fanno parte dell’opera e della sua fisicità. E perché non conta come è stata realizzata la passerella, ma le sensazioni che suscita, le emozioni che produce».

NELL’ULTIMA conferenza pre- apertura Christo spiega per l’ennesima volta lo spirito del pontile galleggiante: «Io non amo parlare al telefono, non so guidare la macchina, non ho neppure uno sgabello per sedermi nel mio studio e non ho la più pallida idea di cosa sia la realtà virtuale dei computer», premette. Poi spiega di essere interessato solo «alle cose reali, quelle che si possono sentire e che danno piacere, enorme piacere, come questo progetto che vale anche e soprattutto per il viaggio che ha richiesto, per la strada percorsa per arrivare fin qui. In questi 22 mesi - sottolinea Christo - non so dire quanta gente ho incontrato, quanti mani ho stretto e quanti nuovi amici mi sono fatto, ma proprio queste relazioni sono il corpo e il sangue del mio lavoro. Se Jeanne Claude fosse qui ne sarebbe orgogliosa: insieme abbiamo realizzato 22 progetti, ma per altri 37 non abbiamo ottenuti i permessi. Così, molti sono rimasti sulla carta e tanti hanno dovuto aspettare anni per diventare realtà: è il caso proprio di Floating Piers, che prima fu rifiutato dalle autorità di Rio de la Plata e poi da quelle di Tokyo, e solo ora ha trovato la sua location ideale. Nel 2014 - racconta Christo - mentro ero in macchina con alcune persone dissi che dovevo fare qualcosa prima di morire e che, probabilmente, in Italia avrei trovato maggior disponibilità a concedere i permessi velocemente rispetto al Colorado, dove stavamo lavorando sull’Arkansas River, e ad Abu Dhabi. Così, in gran segreto siamo partiti da New York e, dopo essere sbarcati a Zurigo, siamo venuti in Italia e abbiamo scoperto il lago d’Iseo, la semplicità delle sue montagne, soprattutto la bellezza di Montisola e dell’Isola di San Paolo. Era ciò che stavamo cercando. Al resto hanno pensato Germano Celant, Paola Pezzotti, Fiorello Turra, Giuseppe Faccanoni. E Umberta Beretta. I sindaci li abbiamo contattati un venerdì e con mia grande meraviglia ci hanno dato l’appuntamento per il giorno dopo, anche se era sabato. Poche ore più tardi la nostra idea era approvata».

Sono passati meno di due anni e The Floating Piers è realtà. «La parte finale dell’installazione è stata molto difficile - confessa Christo -: l’abbiamo realizzata in meno di 10 ore, anche con la pioggia, perché abbiamo usato un materiale particolare. Adesso l’opera è completa, a disposizione di tutti, perché è fatta per essere vissuta, non per essere posseduta da qualcuno: nessuno la potrà mai comprare, perché questa è la libertà. Così dovrebbe andare ed essere anche la vita. Tutti i soldi necessari per realizzare il progetto arrivano dalla vendita dei disegni che realizzo con le mie mani: non ho neppure un assistente, faccio tutto da solo. Creo disegni in cui si vede la mia visione, poi li vendo ai musei e con i soldi pago i progetti», spiega Christo, prima di precisare che esiste la CVJ Corporation, società che ha filiali in tutto il mondo (e in Italia ha Marcella Ferrari come amministratore unico) «perchè di solito chi acquista l’arte paga un po’ alla volta, ma noi non possiamo dire ai lavoratori che non li paghiamo perché chi ha comprato i miei disegni non ha ancora versato le quote. Per questo lavoriamo anche con alcune banche che credono nei nostri progetti e hanno assicurazioni che ci prestano soldi, permettendoci di essere liberi di fare ciò che vogliamo e di gestire il lavoro come preferiamo».

LA SPIEGAZIONE degli aspetti finanziari è solo una parentesi nelle parole che Christo dedica a chiunque gli allunghi un microfono, o anche solo uno smarthpone, prima di meravigliare tutti con la visita in anteprima sulla passerella. Appena i piedi toccano il tessuto arancio, arte e poesia tornano protagoniste assolute. E Christo riparte: ripete che gli piacciono l’acqua, le montagne, il lago... Sotto, intanto, la passerella si muove. Pulsa. Ondeggia. Pare viva. Sensazione unica. M.B.

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