GIUSEPPE PASINI

«Non riusciva più
a dare tutto. Ora
cambiamo passo»

Giuseppe Pasini: è il presidente della Feralpisalò
Giuseppe Pasini: è il presidente della Feralpisalò
Giuseppe Pasini: è il presidente della Feralpisalò
Giuseppe Pasini: è il presidente della Feralpisalò

Mercoledì sera Michele Serena e Giuseppe Pasini hanno avuto il colloquio decisivo: «In quell’occasione - dice il numero uno della Feralpisalò - ho avuto proprio l’impressione che Serena non se la sentiva più di andare avanti. Mi ha fatto capire di non riuscire più a tirare fuori dalla squadra il massimo che poteva. Ed è poi arrivata la decisione da parte sua di fare un passo indietro. E noi l’abbiamo accettata». Presidente, e adesso? «Adesso si va avanti, come abbiamo sempre fatto. Cercheremo un tecnico esperto, che abbia una mentalità vincente: il Padova, che non credo sia così più forte di noi, ha in panchina un allenatore come Bisoli che, è evidente, sa tirare fuori dalla sua squadra il massimo e anche di più. A noi serve un profilo simile, per provare quello scatto che ancora ci serve per arrivare a competere al livello più alto». Intanto però siete comunque terzi... «Siamo terzi, ed è vero, ma bisogna leggere bene com’è la classifica in questo momento. Noi siamo a piene partite, gli altri hanno invece già riposato. E quindi poi si deve vedere: con un eventuale passo falso, è possibile perdere diverse posizioni, anche in considerazione di una graduatoria molto corta». La squadra finora ha ottenuto i punti che Giuseppe Pasini si aspettava? «Sicuramente ci manca qualcosa. E purtroppo nelle due partite, nel secondo tempo contro il Fano e nel match contro il Vicenza, sono emerse delle lacune. Nell’ultima partita abbiamo preso dei gol in ripartenza che non dovevamo prendere. E sì che la nostra è una delle squadre più esperte, e non dovrebbe commettere certi errori». Lei già in passato non aveva risparmiato critiche al suo allenatore... «Ho in mente le partite contro Albinoleffe e Fermana, nelle quali forse le sostituzioni non erano state puntuali. E lo avevo sottolineato. Chiaramente a Serena questo non era andato giù, ma poi avevo notato che c’era stata una scossa, che qualcosa si era mosso». E la squadra? «Credo che abbia ancora delle potenzialità non espresse. L’abbiamo costruita con un certo criterio, puntando sull’affidabilità di certi giocatori, e anche il mercato di riparazione è andato in un certo verso. Abbiamo un’età media alta ma abbiamo fatto questa scelta in maniera consapevole, sapendo quello che ci potevano dare determinati giocatori». L’obiettivo non cambia, in ogni caso: provare ad arrivare più in alto possibile. In Serie B? Nel giro di 2-3 anni? «L’obiettivo è quello, e già da quest’anno, se possibile. Credo che il Padova sia ben lontano, comunque; ma poi ci sono i play-off, e arrivarci da seconda, terza o quarta è differente. Si ha disposizione il fattore campo, si ha il vantaggio del risultato, insomma non è proprio la stessa cosa, finire una posizione davanti o dietro. Perciò l’allenatore che arriverà dovrà farci fare un salto di qualità. E poi chi arriva qui potrebbe avere anche uno stimolo in più: vincere con la Feralpisalò non è certo come vincere a Padova o Vicenza. Staremo a vedere». Ma la Feralpisalò ha davvero le carte in regola per fare il grande salto? «Io dico sempre questo ai miei collaboratori: noi dobbiamo fare qualcosa in più rispetto agli altri. Noi facciamo 800 spettatori, mentre piazze come Vicenza, Reggio Emilia, Padova arrivano a 4.000, e il loro “peso“ è certamente differente rispetto al nostro. Il confronto direi che è quasi improponibile. Perciò noi dobbiamo essere pronti a dare di più sotto tutti gli altri aspetti». Insomma, ci si deve credere. «Direi di si. E a volte bisogna avere anche il coraggio di cambiare. A volte la si azzecca, a volte si sbaglia, ma si cerca sempre di andare nella direzione di un arricchimento. Scoprendo magari risorse inaspettate». E il Brescia? Lo segue? Ed è pronto in futuro a fare il derby? «Io certamente come prima cosa mi auguro che il Brescia possa centrare la salvezza, soprattutto per i tifosi bresciani. E sarei sicuramente felice se Cellino riuscisse a costruire qualcosa di importante e magari se riconquistasse la Serie A: sarebbe da traino per tutto il movimento calcistico bresciano».

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