Indiano dà fuoco alla
moglie: gravissima
Lui in manette

di Valentino Rodolfi
Il marito della vittima, Ajib Singh, portato via in manette dai carabinieri ieri sera a Dello FOTOLIVE
Il marito della vittima, Ajib Singh, portato via in manette dai carabinieri ieri sera a Dello FOTOLIVE
Il marito della vittima, Ajib Singh, portato via in manette dai carabinieri ieri sera a Dello FOTOLIVE
Il marito della vittima, Ajib Singh, portato via in manette dai carabinieri ieri sera a Dello FOTOLIVE

L’ipotesi più atroce è che il marito abbia dato fuoco alla moglie, cosparsa di Diavolina e trascinata per i capelli sulla fiamma di un braciere. Che sia stata la forza della disperazione, o il pensiero dei due bambini di 2 e 4 anni, a darle la forza per divincolarsi, chiamare aiuto, far intervenire i vicini di casa che l’avrebbero strappata dalla furia di un marito fuori di testa. Un’ipotesi. Atroce.

Marito che lei avrebbe tentato di scagionare anche ieri sera, sussurrando con un filo di voce, ai carabinieri e ai soccorritori intervenuti sul luogo del dramma, che non è stato lui, che ha fatto da sola.

Ma il vicinato, i parenti, raccontano un’altra storia. Dicono che è stato lui, portato via in manette dai carabinieri e in stato di fermo.

FORSE, dicono tutti, lei era «troppo italiana», o forse lui troppo ubriaco: vicini e parenti lo dicono con certezza che c’erano problemi seri. Che spesso la picchiava. Che lei sei mesi fa aveva pensato di denunciarlo, ma poi aveva deciso di resistere, «per non sfasciare la famiglia». Come ieri sera, con quelle parole sussurrate ai carabinieri.

La vittima, ricoverata in condizioni disperate prima al Civile e poi al Gaslini di Genova, si chiama Parvhinder Kaur, giovane mamma di 26 anni, indiana per nascita e italiana per scelta: per tutti a Dello è solo Parvin, una ragazza del paese ormai. Arrivata da bambina, da quasi vent’anni vive a Dello, dove ieri sera si è consumata la tragedia tra le villette di via Risorgimento: dalla piazza la prima a destra, poi la seconda a sinistra, un quartierino pulito, di giardini ben tenuti, quasi in mezzo al paese.

Un posto adatto a lei, che a Dello ha frequentato le medie, poi il diploma delle superiori a Brescia e adesso, a 26 anni, un lavoro come segretaria nello studio di Roberto Cremonini, un commercialista a Bagnolo. Bravissima ragazza, un anno fa era diventata cittadina italiana, con il passaporto della Repubblica, traguardo di un esemplare percorso di integrazione.

LUI INVECE, Ajib Singh, 30 anni, ecco per lui tutto un altro discorso. Si erano sposati cinque o sei anni fa a Kurukshetra, la città dove entrambi sono nati nel nord dell’India, tra il Punjab e la regione di Nuova Delhi, dove Parvin era tornata proprio per prendere marito.

«Le famiglie erano d’accordo, lei era contenta di prendere un marito della sua terra, ma lui non era bravo», racconta uno zio di lei, Lakhbir Singh, accorso con tutti i parenti. Tutti indiani. Qualcuno con il tradizionale turbante dei Sikh e un italiano stentato, qualcuno con il capo scoperto e un perfetto accento bresciano, anzi, della Bassa.

C’è uno dei due fratelli, che non si dà pace: «Lei lavorava tutto il giorno, badava ai bambini e anche alla madre di lui. Ma lui pensava solo a bere e a picchiarla». Parla di un disaccordo sulla dote della sposa, la miccia di litigi esplosivi.

Un lavoro ce l’ha anche il marito, in un macello di Rovato. Ma il suo percorso di integrazione è stato meno lineare. Non era bastata la nascita dei figli, un bambino e una bambina iscritti all’asilo del paese. Non era basta nemmeno la presenza della madre di lui, la cui posizione sui fatti di ieri sera è al vaglio degli investigatori, a portare equilibrio e stabilità nella coppia. Ora bisognerà capire. Capire innanzitutto il significato di quelle parole della donna.

«Non è il momento per i commenti e per i giudizi - taglia corto il sindaco Ettore Monaco, tra i primi ad accorrere - Cerchiamo di usare la testa, di portare rispetto, cerchiamo di capire».

Suggerimenti