Un sospiro di sollievo
a Dello: ora «Pinky»
è fuori pericolo

di Carla Costa
Dello: l’arresto del marito della donna data alle fiamme
Dello: l’arresto del marito della donna data alle fiamme
Dello: l’arresto del marito della donna data alle fiamme
Dello: l’arresto del marito della donna data alle fiamme

È fuori pericolo, ma il dolore di «Pinky», Parvinder Kaur Aoulakh, la 26enne indiana residente a Dello ferita in modo gravissimo dal marito che le ha dato fuoco il 20 novembre, sarà ancora lungo. Per la guarigione del corpo e per quella interiore. È sempre ricoverata nell’ospedale «Gaslini», e nelle ultime ore i suoi parenti hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.

«Siamo andati a trovarla con i suoi bambini – racconta Ranjit, il fratello -. Non si vedevano da più di un mese, e appena ha visto i suoi bambini ha sorriso. Il più piccolo l’ha abbracciata e poi si è addormentato vicino a lei. La bambina, la più grande, è rimasta male nel vedere il viso di sua mamma rovinato. Le abbiamo detto che presto tornerà a casa».

Ancora non può parlare Parvinder, a causa di una canula che le serve per respirare meglio. Le ferite lasciate sul suo corpo dalla brutale violenza del marito, Agib Singh, sono gravi: quelle del volto, delle braccia e del resto del corpo; ma ancora più gravi sono le lesioni interne provocate dai fumi della diavolina liquida che ha inalato negli allucinanti istanti dell’aggressione. Ad attendere che possa tornare a parlare non ci sono solo i suoi cari, ma anche il pubblico ministero pronto a ascoltarla.

«Per il momento - continua Ranjit - non abbiamo voluto ricordarle quella tragica sera; non è ancora pronta». Ricordano invece benissimo i due figli: la sera del 20 novembre scorso erano in casa quando il padre ha picchiato la madre dandole fuoco. Quando le sirene dei soccorritori, dei vigili del fuoco e dei carabinieri, le urla dei vicini e dei bambini hanno aggiunto altra paura e altri traumi nella loro mente, distruggendo per sempre la calma delle case di via Risorgimento.

Tutto è fermo o quasi in attesa che la giovane vittima possa raccontare, mentre il marito resta in carcere con l’accusa di tentato omicidio. E ciò che continua a far male alla famiglia della donna è il silenzio del carnefice: non hanno ricevuto nemmeno una parola da lui o dai suoi parenti.

«Nessuno ci ha detto nulla - assicura Ranjit -; non si sono più fatti sentire». Nemmeno la suocera di Pinky, che il 20 novembre scorso ha visto tutto e non ha fatto nulla per fermare il figlio. «Quella donna - prosegue - era la mente e il figlio il braccio. Spesso lui era ubriaco, e lei lo incitava a trattare male mia sorella semplicemente perchè si vestiva all’occidentale».

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