AMBIENTE&INDUSTRIA. Presentati l’altra sera i risultati del revamping

Dopo l’eco-lifting
Italcementi svela
un volto «green»

di Luca Reboldi
Lo stabilimento Italcementi ha centrato gli obiettivi ambientali con tre anni di anticipo rispetto alle previsioni del piano varato nel 2006
Lo stabilimento Italcementi ha centrato gli obiettivi ambientali con tre anni di anticipo rispetto alle previsioni del piano varato nel 2006
Lo stabilimento Italcementi ha centrato gli obiettivi ambientali con tre anni di anticipo rispetto alle previsioni del piano varato nel 2006
Lo stabilimento Italcementi ha centrato gli obiettivi ambientali con tre anni di anticipo rispetto alle previsioni del piano varato nel 2006

Luca Reboldi

Investire nella compatibilità ambientale è un fattore di competitività e non un costo. È questa la filosofia del radicale restyling «green» sullo stabilimento Italcementi. Con gli ultimi interventi sulla linea di produzione del clinker bianco, infatti, il revamping del grande cementificio posto al confine tra i comuni di Rezzato e Mazzano può dirsi concluso. Il lifting sarà completato da un pacchetto di interventi estetici e di mitigazione ambientale che saranno realizzati nei prossimi mesi. Giunge così a termine un percorso che dal 2011, dopo la firma di un protocollo d'intesa tra i Comuni e l'azienda, ha visto l'investimento di circa 200 milioni di euro per rinnovare la cementeria coniugando le esigenze produttive ad un miglioramento delle performance ambientali.

I CONTENUTI E I RISULTATI del revamping sono stati presentati l’altra sera nel corso di un’assemblea pubblica ospitata al Ctm di Rezzato. Un incontro dal carattere scientifico-informativo alla presenza dei cinque membri della commissione tecnica - due nominati da Italcementi e tre dai comuni - che dal 2012 hanno monitorato l'attuazione del progetto e il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti.

I risultati del monitoraggio, soprattutto sul tema sensibile della qualità dell'aria, mostrano come l'obiettivo di abbassamento del 75% delle emissioni complessive sia stato raggiunto già nel 2016 con ben tre anni di anticipo sulle previsioni iniziali. Ad essere diminuite sono soprattutto le emissioni di Pm10, passate in un decennio da 185 tonnellate all'anno alle attuali 9 tonnellate. In totale il flusso emissivo dell'impianto, comprendente anche sostanze quali ammoniaca, biossido di zolfo e ossidi di azoto, è passato dalle 3.777 tonnellate all'anno del 2006 alle attuali 788.

NON SEMPRE, però, i dati scientifici corrispondono alla percezione reale delle persone. Nel corso dell’assemblea alcuni cittadini hanno invocato un’accelerazione degli interventi di mitigazione ambientale e sollevato dubbi sull'impatto del trasporto pesante dalle parti dello stabilimento. Inevitabile che qualche residente abbia ricordato agli esperti gli episodi avvenuti nell'ottobre 2015 quando, a causa di un guasto, su Rezzato caddè una nevicata di clinker e di farina cruda grigia. Incidenti che, seppur senza alcuna conseguenza sulla salute, sono rimasti scolpiti nell’immaginario collettivo.

Il direttore dell'impianto Alfredo Vitale, parlando di «una ferita ancora aperta», ha assicurato che qualora simili imprevisti dovessero ripetersi l'azienda sarebbe pronta ad intervenire con maggiore tempestività. Quel che è certo è che, in un contesto ambientale già molto compromesso come dimostrano i livelli record di polveri sottili raggiunti nell’ultimo inverno, Italcementi sembra aver finalmente intrapreso un corso virtuoso.

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