«Emodinamica a Gavardo
salverà delle vite sul Garda»

Anche il Garda si mobilita per chiedere alla Regione un potenziamento dell’ospedale di Gavardo, terminale strategico per la risposta ai bisogni di assistenza dell’entroterra. La Comunità montana, in sintonia con l’ente omologo della Valsabbia, sottolinea in particolare la necessità di aprire Emodinamica. «Il servizio - afferma il presidente dell’ente comprensoriale del Garda Davide Pace rivolgendosi al governatore della Lombardia Roberto Maroni, all’assessore regionale alla Salute Giulio Gallera e al presidente della commissione Sanità del Pirellone Fabio Rolfi – è vitale per un territorio vasto e morfologicamente articolato come l’enclave compresa fra il Benaco e la Valsabbia».

Il bacino di utenza è formato da due valli che distano dal presidio di Gavardo anche più di 50 chilometri, caratterizzate da viabilità di accesso decisamente poco agevole dove la gestione delle emergenze, soprattutto in casi di patologie cardiache, potrebbe precludersi allungando il percorso anche di soli 30 minuti verso i presidi di Desenzano e Brescia.

«Una situazione – sottolinea Pace in linea con il presidente della Comunità montana della Valsabbia Giovanmaria Flocchini –, che non può essere risolta nemmeno facendo riferimento esclusivamente con il soccorso in eliambulanza: a volte infatti a causa di problemi atmosferici o durante le ore notturne dove sono ben poche le aree autorizzate per gli atterraggi, non sempre il servizio è disponibile».

I disagi si accentuano ovviamente nel periodo estivo soprattutto in alto Garda, quando la popolazione triplica a causa dell’afflusso turistico, superando anche le cento mila presenze giornaliere. «Il nostro appello – sostengono i due presidenti delle Comunità montane – è di consentire una richiesta in deroga che consenta di aprire a Gavardo un servizio di Emodinamica». L.SCA.

Suggerimenti