La paglia degli antichi
vichinghi riporterà
a nuova vita i fienili

di Luciano Scarpetta
Lo staff di esperti scandinavi impegnati nel primo lotto di lavori Uno degli splendidi fienili che impreziosiscono la Valvestino
Lo staff di esperti scandinavi impegnati nel primo lotto di lavori Uno degli splendidi fienili che impreziosiscono la Valvestino
Lo staff di esperti scandinavi impegnati nel primo lotto di lavori Uno degli splendidi fienili che impreziosiscono la Valvestino
Lo staff di esperti scandinavi impegnati nel primo lotto di lavori Uno degli splendidi fienili che impreziosiscono la Valvestino

C’è un filo resistente che unisce località Cima Rest di Magasa in Valvestino all’antico popolo dei vichinghi e la Scandinavia. È quella della robusta paglia finlandese che da stamattina sarà utilizzata per rendere più resistenti al tempo e alle intemperie le coperture dei caratteristici e antichi fienili dell’altopiano (per ora, ancora) bresciano.

I lavori saranno eseguiti in una decina di giorni da veri e autentici professionisti del genere, undici operai di una ditta danese, specializzata in questo genere di manutenzioni che già tre anni fa aveva ristrutturato in zona, un paio di fienili.

«Stavolta – spiega il sindaco di Magasa Federico Venturini – il team sarà impegnato nelle opere tese a rendere più efficienti le fonti di energia che alimentano tre fienili, due a Cima Rest, uno in località Bersè in Denai». Il pacchetto prevede un investimento da 300 mila euro, finanziati con il programma nazionale 6000 campanili. «I lavori relativi alla posa dell’isolante e della copertura in paglia - ricorda il sindaco -, coinvolgeranno anche il museo etnografico della civiltà contadina e il ristorante “Tavagnù”, entrambi di proprietà comunale». Ma perché proprio materiali e manodopera del nord Europa?

«La nostra paglia seminata a Cima Rest – spiega Federico Venturini – è corta e tende a sfilarsi nel giro di qualche anno: in passato si usava l’autoctona “gentil ross”, ma questa finlandese, più lunga, - un metro e mezzo circa - e più robusta, corrisponde perfettamente alle caratteristiche tecniche dei nostri fienili. E i danesi, in fatto di tecnica contadina, non li batte nessuno: da secoli – continua Venturini - utilizzano i mannelli in paglia per le coperture dei loro edifici rurali e assicurano, oltre a un risparmio in termini economici, la garanzia delle coperture dei fienili, per una cinquantina d’anni».

UN TEMPO questi caratteristici edifici erano abitati dagli allevatori che impegnavano al piano terra, in tre vani, l’abitazione, il magazzino e la stalla: la paternità di queste strutture viene fatta risalire ai Longobardi, che nel 600 dopo Cristo arrivarono in Valvestino, passando per l’Ungheria.

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