«L’ex discarica inquina, bonifica
ancora lontana»

di William Geroldi
La cima della collina disegnata dalla ex discarica di Ciliverghe chiusa allo smaltimento dei rifiuti urbani dalla primavera del 1990
La cima della collina disegnata dalla ex discarica di Ciliverghe chiusa allo smaltimento dei rifiuti urbani dalla primavera del 1990
La cima della collina disegnata dalla ex discarica di Ciliverghe chiusa allo smaltimento dei rifiuti urbani dalla primavera del 1990
La cima della collina disegnata dalla ex discarica di Ciliverghe chiusa allo smaltimento dei rifiuti urbani dalla primavera del 1990

L'ex discarica di Ciliverghe di Mazzano finisce in Procura. A portarcela sono tre associazioni che hanno firmato un esposto-denuncia inoltrato agli uffici giudiziari di Brescia. Raffaele Forgione, presidente del circolo di Legambiente est, Ermanno Benedetti, presidente del Comitato «Discarica sicura!» di Mazzano e Fulvio Bottarelli, consigliere comunale e presidente dell'associazione culturale «L'Aurora» di Mazzano hanno presentato un articolato «j'accuse» al termine del quale chiedono alla magistratura di valutare «l'esistenza di profili d'illecità penale e possibili soggetti responsabili ai quali attribuire la responsabilità della contaminazione della falda acquifera da parte dell'ex discarica, ritardi nell'approntamento della caratterizzazione del sito e mancata redazione del progetto preliminare di messa in sicurezza/bonifica, interventi indebiti, anche da parte di rappresentanti politici, nell'iter per la predisposizione del progetto di bonifica».

I FIRMATARI dell'esposto ricordano nella premessa alla denuncia che «fin dal 2004 è accertata la fuoriuscita di percolato fortemente inquinante dal corpo della ex discarica di Ciliverghe ed il percolamento nel sottosuolo». Metalli, solventi e idrocarburi sono stati individuati in concentrazioni elevate nell'acqua della falda sospesa, ma che potrebbe tracimare nella falda libera e quindi determinare una contaminazione delle sorgenti sotterranee.

La situazione critica è nota da anni, ma in particolare dal 2010, lamentano Forgione, Benedetti e Bottarelli, si assiste ad un palleggio di responsabilità che, in buona sostanza, tiene ancora ferma al palo la bonifica.

L'impianto di smaltimento che si affaccia sulla tangenziale sud a Ciliverghe, fuori attività ormai dalla primavera del 1990, ha insomma tutte le caratteristiche purtroppo di una bomba ambientale, ma l'individuazione dei rimedi procede a rilento, troppo a rilento, tanto da spingere le associazioni a non attendere oltre ed a sollecitare un’iniziativa della magistratura.

I timori si sono accentuati negli ultimi mesi, quando nonostante il piano di caratterizzazione avesse confermato la situazione critica, ogni decisione è stata invece sospesa. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? La Conferenza di servizi prevista in febbraio, cancellata due giorni prima dello svolgimento e rinviata a data da destinarsi.

Che cosa stia accadendo i firmatari dell'esposto-denuncia non lo sanno. Di certo, protestano, la contaminazione delle acque di falda sottostante la ex discarica di Ciliverghe continua da anni e nessuno può escludere il pericolo che contamini prima o poi l’acqua destinata all’alimentazione umana. Se la macchina burocratica non riesce a venirne fuori, sia allora la magistratura, concludono i firmatari dell'esposto-denuncia, a diradare le troppe nubi che offuscano l'orizzonte.

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