La fognatura
sommersa in
terapia intensiva

di Luciano Scarpetta
Da stamattina iniziano i test sulla tenuta della conduttura fognaria stressata dalla chiatta affondata
Da stamattina iniziano i test sulla tenuta della conduttura fognaria stressata dalla chiatta affondata
Da stamattina iniziano i test sulla tenuta della conduttura fognaria stressata dalla chiatta affondata
Da stamattina iniziano i test sulla tenuta della conduttura fognaria stressata dalla chiatta affondata

Scatta stamattina la fase due dell’operazione di messa in sicurezza della condotta fognaria sommersa stritolata dalla chiatta affondata davanti al porto del Casinò di Gardone Riviera. La tubatura che per quasi due settimane ha subito una pressione di quattro volte superiore al limite - sotto l’egida della task force coordinata dalla prefettura - è stata liberata sabato dai sommozzatori tagliando la catena di una boa. L’incombente rischio disastro ambientale è stato scongiurato, ma ora bisogna valutare gli eventuali danni della tubazione. «COMINCEREMO innanzitutto con una serie di ispezioni nel segmento che per giorni è rimasto a contatto con il barcone – spiega il tecnico responsabile delle reti di Garda Uno Alessandro Andreatta -. Con il supporto logistico dei Volontari del Garda coinvolgeremo i sub della Athos Group di Malcesine già protagonisti nei giorni scorsi e altri sommozzatori della Carmar sub di Ancona, ditta specializzata nella misurazioni dello spessore delle condotte in profondità». Gli stessi tecnici che nei mesi scorsi hanno ispezionato il tratto della condotta sublacuale Maderno-Torri. In effetti, come sottolineato dal viceprefetto Salvatore Pasquariello, «l’allarme è in parte rientrato, ma sullo sfondo restano alcune criticità alla condotta che andranno affrontate in modo rapido e incisivo». La tubatura ha un diametro di 40 centimetri ed è costituita di materiale «elastico» in polietilene. «Le prime analisi – spiega Andreatta – consentiranno di stabilire se il tratto coinvolto nell’incidente si è “stirato”: siamo soddisfatti per come è stata gestita la fase di emergenza, ma c’è ancora molto da lavorare. È necessario mettere in campo tutte le contromisure necessarie per non farci trovare spiazzati tra qualche mese». Se le analisi alla condotta saranno confortanti, una delle ipotesi più plausibili è quella di lasciarla sul fondale, dove si trova adesso. Ma in questo modo non potrebbe scivolare ancora più in profondità tra qualche tempo? «No – assicura i Alessandro Andreatta -: la tubatura sarà imprigionata sul fondale con dei collari di ancoraggio utilizzando il metodo manta ray». Si tratta di ancoraggi eco compatibili che comportano un’installazione senza scavi che potrebbero deturpare l’ambiente. «Sono infissi al fondale tramite attrezzature idrauliche – spiega Andreatta -; l’ancora viene spinta sul fondale con un’asta che ha il compito di portarla in profondità con grande capacità di tenuta e durata nel tempo». Se invece la tubatura dovesse presentare problemi di tenuta, bisognerà sostituirla: un’impresa a dir poco complessa considerato che anche utilizzando i sistemi di intervento più evoluti, piccole perdite di acque nere nel lago saranno inevitabili. Inquel tubo vengono trasportati in pressione 90 litri di reflui al secondo. Capitolo chiatta: i tempi del recupero affidato all’impresa esecutrice dei lavori a villa Itolanda nonché armatrice della chiatta affondata, si annunciano lunghi.

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