Il kaki simbolo di Nagasaki
«adottato» dalla collettività

A Paderno Franciacorta domani alle 10 il Comune e l’istituto comprensivo propongono la piantumazione dell’albero di kaki di seconda generazione sopravvissuto al bombardamento di Nagasaki, fatto rinascere dal botanico Masayuki Ebinuma, simbolo di non violenza, di pace e della «rinascita del tempo». Alla fine di un percorso didattico-educativo che ha visto coinvolti gli alunni di entrambi gli ordini di scuola di Paderno, la pianticella sarà interrata nel «Punto acqua» nel parco di via Trento nel Comune di Paderno, con la «presa in carico collettiva» del piccolo albero in crescita.

La cerimonia intende mettere in risalto alcune finalità condivise quali «atteggiamenti non violenti», «la cura dell’altro», «la qualità estetica». Dalla lettera di Masayuki inviata all’istituto comprensivo a marzo si evince che «la storia dell’albero di kaki pone le sue radici ai tempi della seconda guerra mondiale, quando il 9 agosto 1945 la città di Nagasaki, a opera di una sola bomba atomica, fu distrutta per il 47% e ridotta a un campo bruciato. Alcuni alberi di kaki, pur riportando bruciature, sopravvissero. Da uno di essi è nato l’albero di seconda generazione che voi pianterete»

La pianta racchiude in sé tante cose: «l’orrore nei confronti della guerra, il desiderio di pace e il concetto dell’importanza della vita» scrive Ebinuma. La manifestazione sarà accompagnata dalla musica dell’Associazione Musicalmente del Comune di Paderno e si svolgerà anche in caso di maltempo.

L’istituto per l’occasione ha fatto stampare una cartolina raffigurante l’albero di kaki opera del pittore Giulio Mottinelli, commentata da Giovanni Quaresmini, che sarà distribuita durante la manifestazione con l’ultimo lavoro dello stesso Quaresmini, «La Rondinella del Garda», autografato. Il testo è stato usato durante il percorso e verrà donato a chi volontariamente ha contribuito a realizzare il progetto di pace. F.SCO.

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