Niardo fa memoria del suo anno zero

di Luciano Ranzanici
Un’immagine di Niardo successiva ai giorni dell’alluvioneLa presentazione della mostra con i testimoni di quell’evento
Un’immagine di Niardo successiva ai giorni dell’alluvioneLa presentazione della mostra con i testimoni di quell’evento
Un’immagine di Niardo successiva ai giorni dell’alluvioneLa presentazione della mostra con i testimoni di quell’evento
Un’immagine di Niardo successiva ai giorni dell’alluvioneLa presentazione della mostra con i testimoni di quell’evento

Una delle fotografie allegate a questo servizio riporta un’immagine drammatica: le lancette del grande orologio del campanile della parrocchiale di San Maurizio ferme sulle 19,54 di quel terribile lunedì 24 agosto 1987. Un’immagine stampata nelle memoria di tanti niardesi, i quali ricordano bene che in quei minuti si erano verificati contemporaneamente due movimenti franosi di grandissima entità che a causa dell’effetto diga avevano finito con ingrossare enormemente i torrenti Re e Cobello.

Poco dopo i due torrenti strariparono, riversando sul paese e giù fino al Crist/Brendibusio, sull’allora statale 42 prima versione, una colata di fango, sassi, massi, alberi e altro materiale incontrato lungo il percorso.

Oltre a causare danni molto ingenti a tante case del paese, alle strade, alla linea ferroviaria e alle attività commerciali, senza dimenticare la distruzione del ponte sul Re che di fatto divise Niardo in due tronconi, il gravissimo dissesto idrogeologico chiese un tributo ancora più importante in vite umane.

I coniugi Antonietta e Giovanni Pandocchi, che stavano fuggendo da casa, vennero travolti da una massa di fango nel loro stesso giardino e i loro corpi furono ritrovati solamente tre giorni dopo.

Incassato il colpo, la ricostruzione fu lunga e laboriosa e solo grazie ai fondi della Legge Valtellina il paese riprese il proprio volto, mentre proprio in occasione dell’alluvione di trent’anni fa, tra le famiglie prese corpo una vera gara di solidarietà, di altruismo e di collaborazione che vide in Pier Antonio Bondioni e in don Fausto Murachelli due importanti riferimenti, uno civico e l’altro religioso.

PROPRIO il sindaco e il parroco di quei tempi non esattamente felici sono stati invitati dall’attuale primo cittadino di Niardo, Carlo Sacristani, a rendere testimonianza dei tragici eventi dell’agosto di tre decenni fa e a partecipare alla presentazione delle iniziative destinate a ricordarlo. Con loro sono intervenuti Mimma Pandocchi, la figlia dei due coniugi travolti dall’alluvione, il capogruppo di allora del gruppo alpini Giacomo Surpi e Luca Giorgi, neo responsabile del gruppo di protezione civile.

Per il sindaco Sacristani, la presenza di questi testimoni ha costituito la cornice ideale per presentare la mostra fotografica sul disastro e sulla ricostruzione intitolata «Per non dimenticare! Il faticoso ritorno alla normalità - 24 agosto 1987 24 agosto 2017 30esimo anniversario dell’alluvione»: un documento imperdibile che, promosso dal Comune in collaborazione con i gruppi alpini, la protezione civile e la parrocchia, verrà inaugurata domani nella palestra della scuola elementare.

RICOSTRUZIONI storiche a parte non poteva mancare una commemorazione religiosa. E così, nella medesima serata a partire dalle 20, nel cimitero del paese sarà celebrata una messa in suffragio con il ricordo dei coniugi defunti, mentre un’ora dopo è fissata in cartellone l’inaugurazione della rassegna curata da Francesco Taboni e Dino Turelli.

Sarà una occasione anche per i non niardesi per ripercorrere quell’estate drammatica di questa comunità; che ovviamente non ha dimenticato gli effetti della natura impazzita. Lo spazio espositivo rimarrà aperto venerdì e sabato dalle 20 alle 22,30, domenica dalle 14,30 alle 18,30 e nelle giornate di sabato 2, 9 e 16 settembre dalle 14,30 alle 18,30; questo per consentirne la visita anche ai bambini e ragazzi delle scuole. Su prenotazione c’è spazio anche per i gruppi: basta contattare il Comune (al numero telefonico 0364 330123).

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