Annegato per l’autopsia
il corpo emerso dal canale

La morte di Dorjan Puja: l’autopsia conferma l’annegamento
La morte di Dorjan Puja: l’autopsia conferma l’annegamento
La morte di Dorjan Puja: l’autopsia conferma l’annegamento
La morte di Dorjan Puja: l’autopsia conferma l’annegamento

È stato trovato un nome certo, quello di Dorjan Puja, da collegare al corpo riaffiorato nella mattinata di martedì a Pisogne, emerso dalle acque del canale della ex Italsider all’altezza della centrale idroelettrica Paraviso di Gratacasolo. A confermare l’identità è stato l’esame autoptico eseguito nella mattinata di ieri a Brescia: una verifica che ha per ora permesso di stabilire che il 26enne albanese sarebbe morto per annegamento; evidentemente nello stesso canale.

I PRIMI accertamenti avrebbero escluso la presenza di segni di violenza sul suo cadavere: nessuna ferita, tanto da escludere l’eventualità di un omicidio o di aggressioni precedenti la caduta in acqua che era in effetti già stata scartata nella serata di martedì dagli inquirenti. L’ipotesi che prende sempre più concretezza è quella che il giovane sia caduto nelle gelide acque del canale (in inverno la temperatura sfiora lo zero) mentre stava scappando, ingannato dall’oscurità che gli ha fatto perdere l’orientamento.

Sì, perchè all’inizio di dicembre Dorjan si era reso protagonista di un tentato furto in una villetta di Gratacasolo che sorge proprio nelle vicinanze della centrale Paraviso: scoperto dai proprietari era scappato, con la probabile intenzione di raggiungere i boschi alle spalle del paese. Qualcosa però è andato storto, e una volta scavalcata la recinzione che separa la proprietà privata della villa l’uomo è caduto nel canale che da Esine raggiunge la frazione a Nord di Pisogne.

Da allora più niente, e l’allarme per la sua scomparsa era partito direttamente dall’Albania. Da giorni i familiari non avevano sue notizie, e hanno così chiesto l’intervento delle autorità italiane. Nel weekend prima di Natale era stata organizzata una vasta operazione di ricerca su tutto il territorio della bassa Valcamonica: oltre ottanta uomini dei vari gruppi di soccorso, protezione civile, vigili del fuoco e unità cinofile, si erano messi sulle tracce dell’albanese senza trovare nulla. Le ricerche erano state quindi sospese.

Poi, martedì, a due mesi dall’ultimo contatto, il cadavere è riaffiorato nel canale. Lo hanno ripescato e portato a riva gli operai della centrale ed è stato ricomposto nell’istituto di Medicina legale di Brescia, dove mercoledì è arrivato il padre per il riconoscimento. Ora il corpo di Dorjan sarà rimpatriato. AL.ROM.

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