Cremonini sul trono Premiata a Napoli per «il pittore delle fate»

di Flavio Marcolini
«Il pittore delle fate» sulle bancarelle e al centro di incontri ad hoc per illustrarne il contenuto fantasySimona Cremonini: gardesanaIl volume nel verde della natura
«Il pittore delle fate» sulle bancarelle e al centro di incontri ad hoc per illustrarne il contenuto fantasySimona Cremonini: gardesanaIl volume nel verde della natura
«Il pittore delle fate» sulle bancarelle e al centro di incontri ad hoc per illustrarne il contenuto fantasySimona Cremonini: gardesanaIl volume nel verde della natura
«Il pittore delle fate» sulle bancarelle e al centro di incontri ad hoc per illustrarne il contenuto fantasySimona Cremonini: gardesanaIl volume nel verde della natura

L’ultimo romanzo della scrittrice gardesana Simona Cremonini, «Il pittore delle fate» (edizioni PresentArtSì, 322 pagine, 17 euro), si è aggiudicato a Napoli l’Ithan Show Award per la Miglior Trama. Ispirato al fairy painting di età vittoriana, una corrente artistica legata al movimento dei Preraffaelliti, il volume ha un taglio fantasy e miscela avventura, folklore, esoterismo, pittura e steampunk. Nella Londra del 1853, dopo essere divenuto famoso per aver intervistato Sherlock Holmes, il giovane giornalista e aspirante romanziere Jonathan Sanders riceve dal suo direttore un nuovo incarico: per conto dell’«Evening Star» dovrà intervistare Edmund Wright, «Il pittore delle Fate» appunto, l’artista che attraverso i propri dipinti ha offerto al mondo intero buone ragioni per credere all’esistenza delle fate e delle «creature del Piccolo Popolo», fino a quel momento relegate nelle opere di Shakespeare. E quando giunge a Waterhouse, la residenza fuori Londra dove il pittore si è ritirato da 10 anni, Jonathan scopre che il piccolo universo di Wright somiglia a ciò che è rappresentato nei suoi quadri. Pronto a immergersi in una nuova consapevolezza di sé e del proprio talento, il protagonista farà la conoscenza delle meravigliose «dame» che vivono in armoniosa comunità nella villa di Wright e, fra loro, dell’incantevole Celeste, che cambierà la sua esistenza. «La vicenda – racconta l’autrice - omaggia Sirmione con riferimenti alle poesie di Catullo, che nell'800 erano popolari nella cultura inglese. Il protagonista legge sovente i versi di questo scrittore latino a Celeste, la ragazza di cui si sta lentamente innamorando». Presieduta da Carmela Russo, l’Accademia degli Artisti partenopea, che ha attribuito alla narratrice di Manerba l’ambito riconoscimento all’Hotel Terminus, lo segnala come un testo «bello, avvincente sin dall’inizio», sottolineando che «l’autrice possiede tutte le caratteristiche dei grandi scrittori contemporanei». «Napoli è un luogo che mi porta fortuna - osserva la Cremonini -. Qui due anni fa il mio saggio ‘Mincio Magico’ aveva ricevuto una Menzione d’Onore al Premio Publio Virgilio Marone. Ora è molto importante per me vedere apprezzato il lavoro fatto per la strutturazione del romanzo e, indirettamente, il grande impegno di ricerca che c’è dietro, lo stesso su cui si basano tutti gli altri miei lavori».•.

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