BALZANO TORNA E SA STUPIRE

di /// spettacoli.cultura@bresciaoggi.it
Marco Balzano fotografato al «Premio Strega» tre anni faL’immagine di copertina di «Quando tornerò», seguito di «Resto qui»
Marco Balzano fotografato al «Premio Strega» tre anni faL’immagine di copertina di «Quando tornerò», seguito di «Resto qui»
Marco Balzano fotografato al «Premio Strega» tre anni faL’immagine di copertina di «Quando tornerò», seguito di «Resto qui»
Marco Balzano fotografato al «Premio Strega» tre anni faL’immagine di copertina di «Quando tornerò», seguito di «Resto qui»

«Se non capisci tua madre, è perché ti ha permesso di diventare una donna diversa da lei». Nel silenzio dei nostri comodi salotti, spesso si consumano le vicende umane più stratificate, quelle che, seppur fatte di parole rarefatte, si ergono su trame di sguardi e relazioni, spesso rinnegate, inquiete, sfuggenti al regno del dicibile. Così è in «Quando tornerò» (Einaudi, 2021), il nuovo romanzo di Marco Balzano, giovane autore che torna alla narrativa dopo il successo di «Resto qui» per inseguire la storia di chi parte e di chi resta, di chi sceglie la cura come missione e destino personale, della parola emigrazione declinata, una volta tanto, al femminile. Una storia che sarà raccontata domani: l’autore arriverà in città per un tour nelle librerie del centro, appuntamento alle 17 alla libreria Libraccio in corso Magenta dove firmerà le copie ai suoi lettori. Al centro dell’impianto narrativo troviamo Daniela, una madre che decide di partire per prendersi cura degli altri – degli anziani, dei più fragili che la società occidentale da tempo rinnega – e che per farlo deve allontanarsi dal marito e dai due figli adolescenti che rimangono a casa, covando nell’ombra sogni, delusioni, rabbie e attese di un segnale. Muovendosi su una prosa profonda, tutta scavata nel sottosuolo dei sentimenti taciuti, Balzano racconta le esistenze di chi incontriamo tutti i giorni, ma che spesso preferiamo non osservare troppo da vicino, per la paura di bruciarci nel fuoco del giudizio che crepita senza fine nella complessità dei legami familiari che ci circondano. Così «Quando tornerò» si fa, pagina dopo pagina, diario di una fuga dal focolare domestico, nella prosa lirica che insegue Daniela in viaggio dalla Romania all’Italia fino a Milano, vetrina di sogni e speranze. Badante, baby-sitter, infermiera; la donna capisce presto che la missione della cura prevede la declinazione di una sfilza di ruoli, in uno sdoppiarsi della propria esistenza che via via la fa scivolare lontano dalla sua famiglia. Fino a quando una telefonata la avviserà che il figlio Manuel ha avuto un grave incidente e che è necessario ritrovare la strada di casa, scoprendo legami spezzati, tutti da rinsaldare, e un ragazzo da accudire in un letto d’ospedale, nella speranza di un risveglio. Una madre che è stata tanto tempo lontana può ancora dirsi madre? Balzano racconta passo per passo una donna che affronta il mondo e le sue ingiustizie, componendo un trittico di voci capaci di raccontare l’esplosione di una famiglia e il conseguente, disperato tentativo di raccoglierne i cocci, ricomponendo un «mosaico degli affetti» che è l’unico materiale capace di rinsaldare quei legami umani troppo spesso relegati nell’ombra e che le pagine di un romanzo possono riportare alla luce.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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