Business, povertà e l’Italia che cambia

di Mimmo Colombo
L’ingegnere Carlo De Benedetti ha pubblicato il suo ultimo libro RadicalitàLa copertina del libro
L’ingegnere Carlo De Benedetti ha pubblicato il suo ultimo libro RadicalitàLa copertina del libro
L’ingegnere Carlo De Benedetti ha pubblicato il suo ultimo libro RadicalitàLa copertina del libro
L’ingegnere Carlo De Benedetti ha pubblicato il suo ultimo libro RadicalitàLa copertina del libro

Che Carlo De Benedetti, storicamente appellato dal mondo finanziario e dei media italiani come l'Ingegnere, fosse un personaggio non solo di grande valenza internazionale in ambito imprenditoriale ma anche con una straordinaria capacità comunicativa, ricca spesso di rudezza e di polemiche (originate ma anche subite) non è certo una novità. Nato a Torino nel 1934, laurea al Politecnico e poi honoris causa alla Wesleyan in Connecticut, nel 1976 ad della Fiat, fonda poi la Cir, holding operativa in differenziati settori industriali, dove rimane al comando fino alla donazione ai figli nel 2012. Dal 1978 al 1996 è stato azionista, amministratore delegato e presidente della Olivetti e fino al 2012 presidente del Gruppo Editoriale L’Espresso. Nel 2020, evidentemente non in pensione, ha fondato il quotidiano Domani. Residente in Svizzera da vent’anni, ci tiene a far sapere che questa scelta è anche un omaggio ad una nazione che nel 1942 ospitò lui e la sua famiglia dopo il bombardamento alleato della abitazione a Torino e la successiva avventurosa fuga notturna a Lucerna. Da sempre politicamente progressista e presente nel dibattito nell’area della sinistra, non ha certo abbandonato l’Italia e la sua amata Fiesole dove «sei secoli fa sono fiorite le arti, è nata la scienza moderna ed è stata sviluppata l’attività bancaria». Casa peraltro anche a Montecarlo, ha creato nel nostro paese due fondazioni: la Rodolfo De Benedetti, dedicata al padre che da venticinque anni effettua studi e ricerche sul tema del lavoro e la Tog (Together to Go) che oggi si occupa di oltre seicento bambini affetti da patologie neurologiche complesse. Il libro Nonostante tutto questo, il suo recentissimo volume Radicalità – Il cambiamento che serve all’Italia, edito da Solferino (14 euro), che ha subito scalato le classifiche di vendita, ha destato un certo stupore sia per la sua tipologia (è un pamphlet di sole 140 pagine) che per la chiarezza, la leggibilità e l’estremismo profondo ma dolce delle posizioni espresse: «da dieci anni, dopo aver donato la mia azienda ai figli (case history imprenditoriale con rare analogie) non ho che la preoccupazione per il declino del mio Paese bellissimo… e per la disintegrazione della parte politica che ho sempre sostenuto. Da privato cittadino e da persona libera non ho fatto altro che avanzare in queste pagine i miei spunti di riflessione e le mie proposte». Il libro si apre con una spietata fotografia degli elementi di crisi in ambito internazionale. L’autore però evita di sovrastarci di numeri, tabelle e citazioni (oggi ormai reperibili facilmente in molti ambiti) focalizzandosi già dal primo capitolo su un singolo dato mondiale davvero agghiacciante: tra il 2020 e il 2022, i dieci uomini più ricchi del pianeta hanno più che raddoppiato il loro patrimonio, che ora ammonta a sei volte quello del 40 per cento più povero (3,1 miliardi di persone). La povertà E usa poi analoga metodologia per quanto concerne il nostro Paese. «In Italia oggi 2 milioni di famiglie - 5,6 milioni di individui – vivono in povertà assoluta ed è a rischio di scivolarci il 25 per cento, un italiano su quattro». Viviamo in una realtà mondiale con equilibri geopolitici instabili in maniera preoccupante. Siamo ancora una volta sull’orlo della recessione. Con una classe dirigente in disarmo, una società frastagliata, impoverita e divisa, attanagliata da una crisi climatica drammatica. De Benedetti però, specie nella seconda parte del volume, ci regala una visione del futuro a suo modo luminosa e ottimistica. Cosa c’è tra disastro e possibile rinascita? La Politica e una sinistra da innervare e cambiare in profondità. Risollevarsi dalla attuale grigia stagnazione è possibile ma serve però «Radicalità. In senso etimologico, intendendo un cambiamento da operare alla radice - scrive De Benedetti -. L’opposto della continuità, dei timidi aggiustamenti tattici dell’esistente…». Il clima Due i due macro settori su cui intervenire immediatamente ma anche in progress: una lotta profonda alle diseguaglianze (anche attraverso idonee politiche fiscali) e un vitale intervento sul consumo di risorse e sul cambiamento climatico nel pianeta. Certo per fare questo occorre essere in grado di dare al Paese e alla sua politica impeti e prospettive molto diverse, attivare nuovi collegamenti, link e socialità, recuperando innovativamente alla partecipazione soprattutto le nuove generazioni, i delusi e gli scontenti e chi, pericolosamente, ha delegato ad altri (non andando a votare o magari anche solo non capendo la drammaticità del momento) la propria scelta. Nella conclusione del volume De Benedetti sgombera però il campo «dalle polemiche, comode come sempre per discutere del dito anziché della luna e per difendere uno status quo ormai indifendibile... Ho fatto la mia vita, con le scelte che ha comportato… Vorrei che leggendo questo libro si giudicassero le idee, si spiegasse cosa funziona e cosa no, si proponessero modalità di intervento migliori…». E ancora «Ho l’età in cui la natura ti ricorda a ogni passo che il futuro è molto corto e la tua capacità di intervenire sul reale è fisicamente limitata. Eppure io non mi rassegno, bisogna agire…». Un messaggio anche intimamente personale. E, forse, proprio per questo, non ha inserito in appendice alcuna bibliografia…•.

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