L'APPUNTAMENTO

Senaldi e Borgonovo di Laba: «Con il Metaverso, ci attende una vera rivoluzione»

di Vincenzo Spinoso
Il 20 giugno al Vittoriale un evento dedicato
Valerio Borgonuovo e Marco Senaldi, rispettivamente direttore didattico e direttore artistico di Laba
Valerio Borgonuovo e Marco Senaldi, rispettivamente direttore didattico e direttore artistico di Laba
Valerio Borgonuovo e Marco Senaldi, rispettivamente direttore didattico e direttore artistico di Laba
Valerio Borgonuovo e Marco Senaldi, rispettivamente direttore didattico e direttore artistico di Laba

Cos’è «Metaverso. Un viaggio iperculturale»? «Non è un convegno». Marco Senaldi, direttore artistico dell’Accademia Laba di Brescia, inizia così a spiegare la giornata in programma martedì 20 al Vittoriale degli italiani, curata insieme al direttore didattico di Laba, Valerio Borgonuovo. «Pensavo di aver coniato il termine “iperculturale” 30 anni fa. Poi il professor Luciano Floridi, uno dei nostri ospiti, ha parlato di iperconnettività, iperstoria e ipercultura, un concetto di connessioni a tutti i livelli tra economia, turismo, arte e vita quotidiana. Qualunque momento, ora, è iperstorico» spiega Senaldi.

Una giornata con e sul metaverso

La giornata verterà sul tema del metaverso, tra contraddizioni e incomprensioni frutto della imprecisa informazione sul tema. «Il metaverso ha le stesse potenzialità che il cinematografo aveva un secolo fa: immense potenzialità artistiche, espressive, educative – è l’idea di Senaldi -. Da umanista inizialmente scettico, mi sono reso conto che siamo davanti a qualcosa di veramente rivoluzionario: le incomprensioni nella comprensione popolare derivano dal fatto che si intende il metaverso come sostituzione di un’esperienza reale, mentre bisogna intenderlo come mezzo per vivere un’esperienza possibile. In Laba ci concentriamo sui risvolti educativi di questo straordinario strumento, che i nostri studenti utilizzano come spazio di costruzione creativa, in cui si può progettare qualcosa come se fosse di plastica, utilizzando materia virtuale».

Borgonovo: "Per svilupparlo ci vogliono una rete e delle risorse che ancora non ci sono"

Il metaverso non è una novità assoluta nell’Accademia di Belle Arti bresciana; lo spiega Valerio Borgonuovo: «Il tema del metaverso è stato lanciato da noi circa un anno e mezzo fa. Qual è il vero errore a riguardo? – spiega il direttore didattico di Laba – Pensare che esista già. Quando noi, in realtà, stiamo ancora cercando di immaginarlo. La ricerca sul metaverso non è svantaggiosa, ma richiede molto tempo e ne sappiamo ancora poco. Zuckerberg, con il suo “Meta”, ha dato un impulso, ma ha anche fatto un errore originario: per svilupparlo ci vogliono una rete e delle risorse che ancora non ci sono». «La dimensione più vicina al metaverso, per ora, è il mondo del gaming – aggiunge Borgonuovo -. Purtroppo, o per fortuna, il metaverso è stato lanciato come una dimensione che ha una qualità iper-realista, in cui ci si può trovare e fare cose, in un mondo evoluto tecnologicamente e come interoperatività. Laba è un’accademia che investe e che, tra le prime in assoluto al mondo, ha sviluppato un interesse intellettuale e la volontà di sviluppare questo concetto tecnologico. Che però, si badi bene, non può prescindere dal contributo di pensatori e umanisti che diano orizzonti intellettuali, e che determinino le finalità da raggiungere».

Metaverso: un mondo ancora sconosciuto

Le strade del metaverso, insomma, sono tutt’altro che battute: «Il metaverso non esiste. Ciò che crea dibattito, piuttosto, è l’intelligenza artificiale – conclude Borgonuovo -. Gli ambienti, per quanto immersivi, non sono lo specchio della realtà. Anzi, sono un’occasione per creare qualcosa che non esiste nella realtà. In un mondo in cui i codici artistici sono esauriti, l’Ia può crearne di espressivamente freschi. Sempre considerando la tecnologia non come un fine, ma come un mezzo a totale disposizione della superiorità dell’intelligenza umana».

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