I LUOGHI DELLA CULTURA

Pinacoteca, il giardino come il Viridarium. E un nuovo progetto per il cortile

di Eugenio Barboglio
Archiviato il «tetto», sarà chiuso solo il porticato per fruirne d'inverno. L'area verde del palazzo sarà aperta alla cittadinanza
Nuovi progetti per la Pinacoteca
Nuovi progetti per la Pinacoteca
Nuovi progetti per la Pinacoteca
Nuovi progetti per la Pinacoteca

La Pinacoteca riparte e stavolta per arrivare al traguardo definitivo. La Tosio Martinengo è stata chiusa per dieci anni. Ricordiamo la mostra di Minini e Arcai con le opere classiche accostate a quelle contemporanee. Fu quello il sipario. Iniziavano i lavori di riqualificazione che presto si arenarono. I fondi finirono prima del cantiere. Vennero ripresi e terminati dalla amministrazione Del Bono. Che però riaprì non tutte le sale: quelle delle mostre permanenti al piano nobile. La Pinacoteca comunque ha ripreso la sua funzione di quadreria, e non solo, di eccellenza della città, con una veste multicolor, accattivante. Era tuttavia un lavoro da finire.

Il nodo - copertura

La Loggia ci provò, ma ad un certo punto rimase incartata, inchiodata da una diversità di vedute con la Soprintendenza sulla copertura in acciaio e vetro del cortile interno. Da un soprintendente all’altro (Rinaldi dopo Stolfi), il parere cambiò. Difformità progettuali, secondo la visione di via Calini, diedero lo stop alla pratica autorizzativa, finita perfino davanti al Tar.

Il Comune ha precorso i tempi, affidando progetto e lavori quando non aveva ancora il via libera definitivo? O la Soprintendenza si è impuntata su dettagli superabili? In ogni modo, il progetto della copertura venne accantonato. Di tempo ne è passato. Per la Loggia era un progetto importante perché permetteva la fruizione invernale, e di aprire un dehor sul cortile della caffetteria. Ora con la Soprintendenza è stato avviato un nuovo percorso, per uscire dall’impasse.

Le linee per finire la Pinacoteca

Il dialogo via Calini-Loggia è passato attraverso incontri, prima tra i vertici «politici» poi tra i tecnici. All’ultimo hanno partecipato per il Comune, Giampiero Ribolla e Anna Begni. E si sono condivise le linee per finire la Pinacoteca. Il Comune sta avviando la progettazione di una chiusura vetrata del porticato che gira attorno al cortile.

Era un progetto alternativo alla copertura, già considerato in passato. Ora torna come unica soluzione possibile, se si vuole dare uno sfogo esterno alla caffetteria anche nei mesi freddi. Su questa base Loggia e soprintendente si sono parlati e trovati. Si farà, possiamo dire. Forse quest’anno. Ma non è l’unico capitolo: Castelletti e Rinaldi, e dopo di loro i tecnici, hanno affrontato anche altri step, necessari per chiudere il cerchio dei lavori alla Tosio Martinengo.

Prima di tutto il giardino, e poi le sale destinate alle mostre permanenti, con accesso dal cortile. Il giardino è in calendario per il 2025, ma dipenderà da quanto spediti andranno i lavori al cortile e alle sale delle temporanee. Infatti, servirà da appoggio per i materiali edili.

Uno scrigno verde

«La nostra idea - sottolinea la sindaca Laura Castelletti - è fare del giardino un luogo aperto alla cittadinanza, indipendentemente dal fatto che uno acquisti il biglietto per le esposizioni o no. Il principio è lo stesso del Viridarium a Santa Giulia: arricchire la città di un appartato scrigno verde. Si potrà insomma andare alla caffetteria e al giardino quando e come si vuole». Se poi uno vorrà anche prendere un biglietto per vedere Moretto, Savoldo e i vetri della collezione Brozzoni ancora meglio. Il giardino sarà sistemato non sul progetto di Sophie Walker, la paesaggista moglie di Anish Kapoor, con la quale Fondazione Brescia Musei si era accordata anni fa (ma di quel contratto che ne sarà?).

«No - conferma Castelletti - la tipologia di giardino sarà quella tradizionale». Ma prima di mettere mano al giardino la sistemazione di nuove sale aggiungerà al patrimonio della città ambienti per mostre temporanee, che permetteranno una valida alternativa agli spazi di Santa Giulia. Se il contenzioso con la Soprintendenza ha fatto perdere un paio di anni, in un paio la Pinacoteca potrebbe essere finita.

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