La joint venture

Beretta, nel mirino c’è la Romania: firmato accordo per fabbricare pistole e fucili

di Valentino Rodolfi
Le autorità di Bucarest danno per imminente l’avvio della produzione in loco di armi per l’esercito con «design» bresciano

Il ministro romeno dell’Economia, Ştefan Radu Oprea, ha annunciato per quest’estate l’avvio della produzione in loco (in realtà un assemblaggio di parti prodotte in prevalenza a Gardone Valtrompia) di fucili e pistole su licenza Beretta per modernizzare le proprie forze armate, ancora equipaggiate con sistemi obsoleti e non compatibili con gli standard della Nato.

Le armi scelte sono il fucile d’assalto Arx 160, lo stesso in dotazione all’Esercito italiano, e pistole Beretta calibro 92. Sarebbe il compimento di una trattativa in corso dal 2019, quando il governo di Bucarest scelse Beretta come partner di una joint venture, con trasferimento tecnologico, mirata alla produzione delle armi in una fabbrica romena: già scelto anche lo stabilimento, la Uzina Mecanica di Cugir, secondo quanto dichiarato dal ministro romeno dell’Economia.

La vicenda

Bresciaoggi, lo ricordiamo, aveva seguito la vicenda sin dalle origini, ormai quasi 5 anni fa, quando nel 2019 si andò alle firme per costituire una joint venture le cui quote di maggioranza rimarranno a Romarm, industria rumena di Stato della difesa (che produrrebbe attraverso una propria sussidiaria) e una quota minoritaria alla Beretta Holding.

L’annuncio del ministro di Bucarest risale a pochi giorni fa, ma viene definito «ottimistico» almeno nei tempi da fonti vicine all’azienda di Gardone Valtrompia: non è sicuro che si parta entro l’estate, dicono in Beretta, essendo ancora in corso le verifiche sulla funzionalità e adeguatezza dello stabilimento romeno, quello appunto della Uzina Mecanica di Cugir, nel distretto di Sibiu. Fra l’altro in origine lo stabilimento scelto dalle autorità romene era un altro, situato a Plopeni nel distretto di Prahova, opzione in seguito scartata (anche per questo i tempi di realizzazione del progetto si sono rivelati più lunghi del previsto: 5 anni).

Non è una delocalizzazione

Non sarà comunque una «delocalizzazione»: si apprende dallo stesso governo di Bucarest che, almeno nella fase iniziale dell’attività produttiva, verrà fabbricato in Romania solo il 15% dei componenti delle armi, fra l’altro interamente destinate alle forze armate romene, mentre l’85% della produzione rimarrà basata a Gardone Valtrompia.

In futuro questa «joint venture», che apre a una presenza industriale della Beretta nell’Est Europa, potrebbe comunque rappresentare una «porta aperta» per ottenere altri risultati commerciali nei Paesi di quell’area.

Dal Qatar all’est Europa

Questa è del resto la «strategia globale» di Beretta, che sulla base di accordi simili ha ottenuto negli ultimi due anni rilevanti commesse per le forze armate dell’Argentina (ma questo progetto è in stallo per le note difficoltà finanziarie di Buenos Aires) e soprattutto per il Qatar, per la fornitura di fucili Arx 160, oltre che di Arx 200 e pistole Px4, sempre con analoghe modalità: creare joint venture con i governi locali per coprodurre e assemblare in stabilimenti locali parti e componenti dei sistemi (a Doha in Qatar, dove la produzione è in corso, e nella regione di Santa Fè in Argentina).

Nel frattempo Beretta Defense Technologies è in gara con suoi prodotti anche in Brasile per il fucile Arx 160 e in India per il suo «fratello maggiore» Arx 200: competizione difficile soprattutto in India.

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