economia

Confindustria, alla guida arriva Orsini: "Un mandato contraddistinto da dialogo, identità e unità"

L’imprenditore emiliano è stato designato oggi alla presidenza dopo il passo indietro di Garrone. Il 23 maggio l’elezione

L'imprenditore emiliano Emanuele Orsini sarà il prossimo presidente di Confindustria. Succederà a Carlo Bonomi

Alla vigilia del voto di designazione Edoardo Garrone gli ha ceduto il passo con una lunga lettera, sentita ma anche amara. Il voto decisivo per la scelta del prossimo leader degli industriali, in consiglio generale, via dell'Astronomia è stato dirottato quindi su un candidato unico: è il primo emiliano, espressione non dei grandi industriali ma ancora una volta di quella piccola e media industria, la dorsale dell'economia italiana.

Le parole di Orsini 

L'elezione sarà poi il 23 maggio, in assemblea. Dopo la lettera di Garrone in viale dell'Astronomia è arrivata anche una lettera di Orsini: fa riferimento ai «valori» sottolineati da Garrone e assicura: «Sono gli stessi che mi hanno ispirato quando mi sono proposto per guidare il nostro sistema». Agli industriali dice: «Andremo quindi al voto e sarà importante stringerci attorno a questo progetto di unità». «Dovremo dimostrare, anche a coloro che potrebbero aver avuto dei dubbi, la forza e l'autorevolezza di Confindustria. Confido che tutti noi saremo coesi con l'obiettivo di essere forti e ascoltati. La nostra responsabilità sarà grande, ma sono certo che insieme saremo in grado di riportare la nostra Confindustria a quella credibilità necessaria per avere un ruolo nelle scelte del Paese».

"Dopo una campagna impegnativa, una campagna molto complicata - sottolinea -, oggi siamo riusciti a ricompattare Confindustria come è giusto che sia perché deve guardare avanti, alla realtà dell'industria italiana. Abbiamo costruito un programma che ovviamente, per diversi capitoli, andrà a susseguirsi con le vicepresidenze che andremo a formare da qui al 18 aprile - sottolinea -. Insomma: dobbiamo lavorare. Saranno momenti complicati intensi ma faremo il meglio per le nostre imprese per le nostre aziende perché questo dobbiamo fare, Confindustria fa questo".

"Le tre parole che abbiamo usato proprio nella costruzione del programma sono dialogo, identità, unità. Dialogo: per noi è fondamentale, vuol dire mettere al centro le imprese. Identità, quindi far sentire l'ultimo nostro associato, ogni categoria, ogni associazione parte di un progetto perché solo in quel modo riusciamo a costruire un'identità di Confindustria. E unità: basta con divisioni come tra grandi e piccole, non esistono aziende grandi non nate piccole, abbiamo bisogno di unire. Abbiamo bisogno che le aziende grandi siano le nostre portabandiera nel mondo e che le aziende, comunque grandi, facciano crescere i piccoli perché solo in quel modo riescono a crescere le aziende".

Gozzi nei vicepresidenti 

La squadra dei vicepresidenti? Ci sarà anche Antonio Gozzi dopo le proteste e dei ricorsi per l'esclusione della sua candidatura alla presidenza? Prima di parlare di nomi, risponde il presidente designato di Confindustria, "oggi dobbiamo parlare di che capitoli mettere al centro. Ho detto oggi ai miei colleghi che prima di mettere dei nomi dobbiamo partire dai capitoli. A quel punto saremo in grado di mettere i migliori nomi, Antonio Gozzi è una persona che io stimo molto, che ha fatto tantissimo per il sistema ed ha un ruolo chiave nel mondo dell'acciaio e del new green deal. È ovvio che sarà una persona con cui dialogheremo per forza, ma con lui, come con Edoardo Garrone, e con tutti quelli che hanno fatto la campagna elettorale di Confindustria perché saranno un valore aggiunto, perché hanno rappresentato comunque imprese, territori, aziende e noi dobbiamo lasciare indietro nessuno. Questo sarà la nostra chiave, sicuramente, per i prossimi quattro anni".

Le prossime sfide

Nel merito delle sfide che deve affrontare Confindustria, Orsini ricorda che è Carlo Bonomi il presidente, spetta a lui dare una linea che spetta fino all'assemblea del 23 maggio che eleggerà il nuovo presidente. "Però - aggiunge - il tema della competitività sarà un tema chiave in Europa, anche il tema dell'energia sarà un tema chiave, è un altro tema chiave che noi abbiamo messo al centro del nostro programma è sicuramente la certezza del diritto: abbiamo bisogno che le imprese e le istituzioni siano sempre più vicine per far crescere le nostre imprese".

E nel metodo aggiunge: "Partiremo dal programma. Gli imprenditori scegliendo, oggi, ovviamente hanno scelto il programma oltre alla persona. La cosa che possiamo fare in più e che dobbiamo fare è che ogni tre-cinque mesi dobbiamo vedere lo stato d'avanzamento dei progetti che noi ci siamo dati: è quello quello che facciamo in azienda tutti i giorni, mettere al centro il progetto che ci siamo prefissati, capire se quel progetto sta avanzando, se non sta avanzando capire perché. Quindi usare tanta concretezza per riuscire a mettere a terra i progetti per il futuro delle nostre imprese".

Orsini designato a capo di Confindustria con 147 voti su 173

Emanuele Orsini è stato designato presidente di Confindustria con 147 voti del consiglio generale su 173 presenti. Sono quattordici gli assenti, mentre in 9 hanno consegnato una scheda bianca e sono 17 le schede nulle. Orsini, a quanto trapela, dopo la designazione si è rivolto al parlamentino di industriali sottolineando l'obiettivo di "unità", l'importanza di un passaggio che cancella le divisioni, permette ora di guardare avanti "tutti insieme", e l'esigenza, emersa in questa fase elettorale, "di cambiare regolamento" per le elezioni.

Si guarda al 18 aprile come "un grande momento", quando Orsini presenterà la sua squadra, anche per "un colpo di spugna sulle divisioni" puntando per la squadra dei vicepresidenti sugli "imprenditori giusti", che "rappresentino tutti". "Cercherò di convincere i 26 che non mi hanno votato", avrebbe sottolineato il presidente designato. L'elezione sarà il 23 maggio con il voto dell'assemblea dell'associazione degli industriali.

La lettera di Garrone

La lettera di Edoardo Garrone è una scossa per l'associazione degli industriali: in un clima di evidenti «forti fratture e forti tensioni» - ragiona l'industriale di Erg - «non serve che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di 'impegni o scambi eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili».

Per «una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall'inizio». Anche da qui «la scelta di anteporre il fine alla persona», di «un passo indietro» per consentire «ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo».

Suggerimenti