Furti di identità online, crescono gli allarmi e la preoccupazione

di Daniele Bonetti
SOCIAL NETWORK. Secondo i dati dell'Osservatorio TuttiMedia - Media Duemila. Quasi otto milioni di italiani sono esposti al furto d'identità il 70% non ha la percezione di come vengono usati i suoi dati
I furti di identità preoccupano sempre più gli utenti online
I furti di identità preoccupano sempre più gli utenti online
I furti di identità preoccupano sempre più gli utenti online
I furti di identità preoccupano sempre più gli utenti online

Quasi otto milioni di italiani sono esposti a furto d'identità, una pratica che, tra Internet e social network, sta conoscendo una rapidissima crescita nonostante il lavoro, anche specifico, che sta svolgendo ormai da qualche anno la Polizia Postale.
IL 60% degli europei che frequenta le reti sociali e utilizza Internet, per comprare e vendere online, rivela i propri dati personali sui siti cui accede. Di questi quasi il 90% rilascia informazioni biografiche, il 50% informazioni sociali e il 10% informazioni sensibili. Ma il 70% di questi dichiara di essere preoccupato di come le imprese usano questi dati e ritiene di avere solo un controllo parziale. Sono alcuni dati dell'Osservatorio TuttiMedia - Media Duemila, presentati nel corso della tavola rotonda «Ombre e nebbie nell'era dei social media e della trasparenza», nell'ambito del premio «Nostalgia di futuro», celebrato in ricordo di Giovanni Giovannini, presso la Fieg, a Roma. Se guardiamo alla popolazione giovanile mondiale, addirittura il 30% che ha accesso a internet condivide online informazioni private ignorando le informative sulla privacy e molto spesso utilizza connessioni non sicure. «L'utente deve decidere quale immagine vuole proiettare  - ha sottolineato Derrick de Kerckhove, massmediologo e direttore scientifico della rivista Media Duemila - deve avere accesso ai dati raccolti su di lui oltre ad avere il diritto di decidere se essere incluso in una statistica di acquisti».
«È NECESSARIA una costituzione globale - ha proseguito de Kerchove - che protegga i diritti del cittadino, la sua privacy e garantisca il potere di gestire la  persona digitale. Esiste non solo un diritto ma anche un dovere di sapere. Bisogna insegnare fin dalla scuola come gestire il proprio profilo digitale e come imparare a difendersi dal controllo per non mettersi addosso una camicia di forza elettronica. Un programma di educazione che dovrebbe rientrare nell'Agenda Digitale». «La tutela dell'identità attiene alla verità dell'informazione», ha affermato, nel suo contributo ai lavori Luida Todini, consigliere d'amministrazione della Rai. «I social network sono un modo per metterci la faccia, partecipare al dialogo. La Rai ha grande attenzione per le nuove opportunità, ma con quel senso di responsabilità che ci impone la nostra missione di essere servizio pubblico'». A rilanciare la sfida della qualità dell'informazione nel mondo dei nuovi media, è stato anche Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, per il quale occorre coniugare giornalismo moderno e qualificato, che non perde la propria identità con le nuove sfide dell'informazione. Un percorso - ha rimarcato - nel quale le imprese devono investire sulla carta dell'innovazione, che è il futuro». In futuro, dati alla mano, sarà necessario usare la massima cura e precisione nell'inserimento dei propri dati onde evitare di ritrovarsi «utilizzati» per scopi ben diversi da quelli per cui ognuno ha accesso alla Rete.
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