LA TRAGEDIA DEI TORNADO

Ghedi riabbraccia i suoi piloti

di Milena Moneta
Picchetto d'onore alla partenza da Ascoli, poi un volo da Falconara Dalle 15 alle 19 la camera ardente in un hangar dell'aeroporto
L'ingresso «Castenedolo» dell'aeroporto militare: oggi i cancelli saranno aperti a tutti dalle 15 alle 19
L'ingresso «Castenedolo» dell'aeroporto militare: oggi i cancelli saranno aperti a tutti dalle 15 alle 19
L'ingresso «Castenedolo» dell'aeroporto militare: oggi i cancelli saranno aperti a tutti dalle 15 alle 19
L'ingresso «Castenedolo» dell'aeroporto militare: oggi i cancelli saranno aperti a tutti dalle 15 alle 19

E' finalmente arrivato il giorno dell'abbraccio collettivo per i quattro «Diavoli Rossi» - i capitani Alessandro Dotto, Paolo Piero Franzese, Giuseppe Palminteri e Mariangela Valentini - morti a bordo dei due Tornado che si sono scontrati in volo lo scorso 19 agosto, durante una esercitazione a pochi chilometri da Ascoli Piceno. Stamattina, i quattro feretri lasceranno l'obitorio dell'ospedale «Mazzoni», dove nei giorni scorsi sono stati sottoposti ad esami scientifici per consentirne l'identificazione certa. La partenza delle salme sarà salutata alle 8.45 da un «picchetto d'onore» formato da dieci militari, alla presenza del generale Maurizio Lodovisi, comandante di Squadra aerea dell'Aeronautica militare.
I QUATTRO FERETRI verranno portati a spalla ognuno da sei soldati. Dopo la benedizione e un breve momento di raccoglimento, il corteo funebre raggiungerà l'aeroporto di Falconara Marittima, nei pressi di Ancona, dove è in programma un'altra breve cerimonia. Poi un aereo militare riporterà alla base di Ghedi i quattro giovani ufficiali che prestavano servizio nel 6° Stormo. Da lì il 19 erano partiti intorno alle 15,25 per quello che doveva essere un'attività di routine e invece è diventato il loro l'ultimo volo: l'attività si è interrotta in modo tragico e inaspettato, dopo nemmeno due ore.
A GHEDI, nell'hangar della squadriglia di collegamento, è già pronta la camera ardente, che sarà aperta a tutti dalle 15 alle 19. La precedenza assoluta sarà per i familiari, poi toccherà ai colleghi, agli amici e a tutti coloro che vorranno manifestare con la presenza il loro cordoglio, la loro commozione, il loro saluto.
I cancelli dell'aerobase, in via Castenedolo, ignoreranno l'interdizione al pubblico e saranno aperti a tutti, come per i funerali, che saranno celebrati domani alle 11 in un hangar più grande, quello del 156°.
«A nome della città e mio personale voglio esprimere il profondo cordoglio all'Aeronautica militare e alle famiglie dei ragazzi caduti - ha dichiarato ieri il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, che domani parteciperà ai funerali -. È stata un'esperienza terribile che porteremo nel cuore e non smetterà di sollecitare la nostra più affettuosa attenzione verso chi, vestendo una divisa italiana, difende la pace e la sicurezza in Italia e nel mondo. Quei quattro ragazzi lo avevano fatto in molti teatri internazionali e per un tragico destino non potranno farlo più. Anche per questo le loro salme lasceranno Ascoli accompagnate dai nostri sentimenti di gratitudine».
Ai funerali saranno presenti anche sindaci provenienti dal Piemonte, terra d'origine dei capitani Dotto e Valentini. Intanto continuano i messaggi di vicinanza e di affetto per l'Aeronautica militare in «numero talmente alto, che è senza precedenti per la Forza Armata», sottolinea una nota. I «Rip» - acronimo per «riposa in pace» - si inseguono nei social network, sui quali tutti gli ex avieri hanno ricordato il loro passaggio a Ghedi, hanno rivolto una preghiera e l'augurio che i quattro piloti possano raggiungere la pace «in cieli ancora più alti di quelli a loro conosciuti».
IL SINDACO di Ghedi Lorenzo Borzi ha chiesto al Corpo musicale cittadino di Ghedi di eseguire, nei concerti previsti in tre quartieri della cittadina nei prossimi giorni, l'inno dell'aeronautica per ribadire la vicinanza di tutta la comunità alla base e la condivisione del dolore provocato dalla sciagura.
A Ascoli, intanto, proseguono le indagini per chiarire come mai i due caccia si trovavano dove «non dovevano essere contemporaneamente, alla stessa quota e allo stesso orario», come ha ammesso l'Aeronautica. A giorni parleranno le scatole nere e si potrà capire se fu errore umano, un'avaria, un problema tecnico. Di certo, per ora, c'è solo che uno dei due aerei ha perso la rotta ed è finito addosso all'altro, innescando un'esplosione. E portandosi via quattro vite.
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