L’astro nascente

La favola di Cher Ndour: dai campetti dell'oratorio di San Giacomo al Paris Saint-Germain

di Michele Laffranchi
Bini e Barone del «The Unicorn» i suoi primi maestri
La stella Cher Ndour
La stella Cher Ndour
La stella Cher Ndour
La stella Cher Ndour

È l’uomo del momento nell’ambito del calcio professionistico bresciano. Per certi versi è l’«enfant prodige» della porta accanto: Cher Ndour è nato a Brescia da padre senegalese e madre italiana il 27 luglio del 2004 ed è quindi prossimo a compiere 19 anni. Da pochi giorni è un nuovo calciatore del Paris Saint-Germain: un contratto quinquennale per il promettente centrocampista, che indosserà la casacca numero 27 (quella della sua data di nascita) e giocherà a fianco di alcuni dei più grandi calciatori europei. La sua posizione naturale è quella di mezzala e per caratteristiche tecniche e fisiche ricorda Paul Pogba, non casualmente uno dei suoi idoli. Il suo è un percorso quasi fisiologico, quello di un talento che sin dai primi calci aveva davvero poco da spartire con gli altri: Brescia, Atalanta e Benfica le altre realtà professionistiche del suo cammino giovanile.

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Umberto Bini e Manuel Barone, soci del «The Unicorn», rockeggiante pub di via Chiusure, l’hanno visto crescere: l’esperienza sul rettangolo verde di Cher è partita infatti dall’oratorio di San Giacomo, dove ha militato dai 5 agli 8 anni. Tra la fine dell’asilo e gli anni iniziali delle scuole elementari Bini e Barone sono stati i suoi primi allenatori: «Sembrano le solite frasi fatte, ma aveva davvero una marcia in più – racconta Bini, tuttora in contatto con Ndour –: era già un po’ più alto degli altri e dava del tu al pallone. La naturalezza con cui stoppava palla a 5 anni era qualcosa di incredibile: non c’era molto da insegnargli, il calcio l’aveva dentro. Giocava spesso e volentieri con i 2003, perché coi pari età era quasi sprecato: vincevamo partite contro squadre ben più quotate proprio perché c’era lui a trascinare tutti. Giovanni Valenti, all’epoca allenatore del Brescia, l’ha notato da avversario e non appena ha potuto l’ha portato con sé in biancazzurro. Poi l’Atalanta, il Benfica e adesso il Psg: tutto però è iniziato a San Giacomo».

Il presente... azzurro

In questi giorni Cher è impegnato con la nazionale italiana U19 negli Europei di Malta, anche se ieri è stato costretto a saltare la semifinale contro la Spagna per squalifica: «Ci sentiamo spesso e quando può viene a trovarmi al pub con qualche suo amico – prosegue Bini –: sta lì un paio d’ore, facciamo due chiacchiere e passiamo del tempo insieme. Scherzando gli ho detto che la prossima volta che passa di qui deve comprare una bottiglia di Champagne, per festeggiare al meglio il trasferimento in Francia. La cosa bella? Non sono io a cercarlo, è lui che si fa sentire non appena gli è possibile. Anche oggi ho parlato al telefono con sua mamma: si lamentava, un po’ scherzosamente, di aver letto da più parti che Cher è cresciuto a Fiumicello, ma lì giocava soltanto quando andava dalla nonna. In realtà è stato tesserato per la prima volta da noi a San Giacomo e ne siamo fieri».

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Da San Giacomo a Parigi

Dal piccolo oratorio cittadino a una tra le più ricche e attrezzate piazze del calcio mondiale: Cher Ndour sarà un calciatore del Psg almeno fino al 2028. Riuscirà a fare i conti con così tanta pressione? «Spesso i soldi cambiano le persone, ma non credo sarà il suo caso – continua Bini –: è un ragazzo con la testa sulle spalle e dalla sua ha anche una splendida famiglia. Quando può viene a premiare al torneo che organizziamo in maggio: l’ha fatto nel 2022, mentre quest’anno il campionato è finito più tardi e non è potuto esserci». Testa sulle spalle, piedi pregiati e cuore grande: Cher Ndour ne ha fatta di strada da quando indossava la casacca biancorossa del San Giacomo e seminava senza difficoltà i pari età. Non ha dimenticato però quelle persone che l’hanno preso in braccio e guidato nei primi anni in campo; se siete fortunati, potreste perfino incrociarlo una sera al «The Unicorn», a scherzare col suo primo maestro, Umberto Bini.

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