Donne manager? Solo se f(anta)smagoriche

Allora, popolo di donne «anta», siete pronte a reclamare in forze i ruoli che vi spettano nelle aziende italiane? In fondo, la maternità è andata. Il matrimonio, anche. Che vi resta? Lavorare h24. Elisabetta Franchi, l'imprenditrice tutta d’un pezzo (chissà se le piacerebbe definirsi «donna con le palle») l’ha detto chiaro che lei, le donne, le assume dopo che «hanno fatto tutti i giri di boa». Che ne sarà poi, nei suoi fantasmagorici scenari, dei genitori anziani da seguire o degli eventuali nipoti da accudire o, più semplicemente, della vita da vivere, non è dato sapere. In fondo ciò che conta è ammazzarsi di lavoro, dimostrare d’esserci sempre, senza se e senza ma. Dignità, diritti, tempo libero... roba d’antan. E chi decide di figliare dopo i 40? Pazze! Non vedono le altre? Quelle senza figli? Tutte all’apice (siamo ironici, non cascateci). Welfare o asili aziendali, congedi parentali e gender gap... perché non parliamo di questo? Quindi sì, indigniamoci per le fastidiose parole dell’imprenditrice, ma ancor di più per un Paese che lascia campo a certun* (così non facciamo un torto a nessun*) di continuare a praticare il proprio credo puntando sulle donne solo quando sono facili bersagli per i sensi di colpa.

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