Ripetitori telefonici? Siamo senza s...campo

La Leonessa
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Siete tutti avvisati. Se il vostro vicino di casa ha un fazzoletto di terreno «potabile» rischiate di trovarvi dal giorno alla notte con un ripetitore telefonico di 30 metri di altezza che vi oscura l’esistenza. Potete consolarvi pensando che se la vostra utenza è la stessa del gestore dell’antenna lo smartphone non resterà mai senza...campo. Il problema è che con la deregulation delle tecnologie di comunicazione siamo senza s...campo. La legge taglia fuori enti locali, cittadini e tribunali. Basta l’accordo tra compagnie telefoniche e proprietario del terreno che si «vende» per una manciata di euro e l’antenna viene installata. E poco importa che la tecnologia sia la 5G talmente nuova che gli studi sui potenziali effetti sulla salute umana sono pochi e ancora inattendibili. La dittatura delle antenne in fondo ce la siamo scelta noi social dipendenti, noi incapaci di restare anche un solo secondo off line, noi che abbiamo giurato amore eterno allo smartphone. Anche la politica cannibalizzata dai tecnici ci ha messo del suo scambiando l’evoluzione tecnologica e la transizione delle comunicazioni per surrogati di civiltà. E poco importa se a pagare dazio è ancora e sempre la gente normale oscurata, come avvenuto a Borgosatollo, da un traliccio spuntato tra il giorno e la notte.

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