Canova e la sfida sostenibilità Ricette per diventare adulti felici

di Luigi Fertonani
Canova sul palco spiega «La sostenibile leggerezza del cambiamento»
Canova sul palco spiega «La sostenibile leggerezza del cambiamento»
Canova sul palco spiega «La sostenibile leggerezza del cambiamento»
Canova sul palco spiega «La sostenibile leggerezza del cambiamento»

Cosa c’entra la felicità con un elefante, con un cigno nero o con un rinoceronte grigio? Apparentemente nulla, ma è proprio da questo piccolo, particolarissimo zoo che Luciano Canova, economista e divulgatore scientifico, è partito ieri mattina al Teatro Grande davanti a una platea di ragazzi, studenti di medie e superiori, per la conferenza scenica «La sostenibile leggerezza del cambiamento - come spingere verso comportamenti virtuosi». Avrebbe potuto essere l’ennesimo, raffinato predicozzo sui mali di una società sprecona, bulimica e ignorante: nulla di tutto questo, perché Luciano Canova è partito invece con esempi talmente spiazzanti da catturare immediatamente l’attenzione del giovanissimo pubblico. Un «elefante invisibile» è infatti il simbolo di un problema enorme che nessuno sembra vedere anche se piazzato sotto gli occhi di tutti, ad esempio il problema dei cambiamenti climatici. E un cigno nero non è altro invece che un avvenimento improvviso, l’inatteso che irrompe come ad esempio il crollo di una banca internazionale, magari svizzera. Ma esistono anche i rinoceronti grigi, quelli che ti possono caricare a corno basso e dai quali non c’è scampo se non fuggire a gambe levate, sempre che ti riesca. E qui sorge il problema di come gli animali reagiscono, e di come gli umani reagiscono rispetto agli altri animali grazie a un’evoluzione durata l’inezia di un paio di milioni di anni: tempo nel quale una parte del nostro cervello, per la precisione la corteccia, si è evoluta in modo tale da permetterci di compiere azioni straordinarie, come quella di fingere o di provare disgusto per una cosa che non abbiamo direttamente sperimentato. Non solo di memorizzare le informazioni ma addirittura di sceglierne alcune mentre le macchine non possono far altro che immagazzinare tutto quanto, anche se spesso questo può prendere l’aspetto di un’intelligenza. I ragazzi sono rimasti ammaliati da ciò che Canova illustrava attraverso immagini e parole, fra queste il concetto di felicità a partire dal greco «eudaimonìa» che evoca anche il concetto di «buon dèmone», ciò che ci spinge ad agire, attraversando la «felicitas» latina fino all’«ashré» ebraica e all’«happening» che evoca l’evento. Il denaro? La salute? Quali sono i dettagli che accompagnano o che fanno la felicità? Sono anche questi, ma non sono tutto perché altri fattori entrano in gioco e bisogna saperli vedere complessivamente; stando solo ai particolari si possono prendere abbagli colossali, come quelle le scimmie bendate che equivocano sulle parti di un elefante, toccandole, prendendo la zampa per una colonna o le zanne per punte di lancia. Vedere il tutto è insomma fondamentale per un essere umano, e tanto più per un ragazzo che vuol diventare non solo adulto, ma un adulto felice. Una fantastica mattinata a teatro con #nonsoloscienza, dunque. •.

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