la ricorrenza

Dieci anni senza Lucio Dalla «Il suo carisma illuminava»

di Claudio Andrizzi
Nitide le tracce lasciate anche nella nostra provincia dal cantautore che si spegneva l'1 marzo 2012. Bertocchi: «Banana Republic al Rigamonti, record insuperato» Pedrini: «Parlavamo di arte» Golino: «Con lui duetti memorabili»
Il sorriso di Lucio Dalla: è mancato a 3 giorni dal suo sessantanovesimo compleanno, 10 anni fa
Il sorriso di Lucio Dalla: è mancato a 3 giorni dal suo sessantanovesimo compleanno, 10 anni fa
Il sorriso di Lucio Dalla: è mancato a 3 giorni dal suo sessantanovesimo compleanno, 10 anni fa
Il sorriso di Lucio Dalla: è mancato a 3 giorni dal suo sessantanovesimo compleanno, 10 anni fa

Il mondo della musica commemora Lucio Dalla a 10 anni della scomparsa: tanto è passato dall’1 marzo 2012 quando, a soli 3 giorni dal suo 69° compleanno, il cantautore bolognese è stato trovato morto in un letto dell’hotel Plaza a Montreux, cittadina svizzera sede di uno dei festival più prestigiosi del mondo, il Jazz Festival, dove si era esibito la sera precedente. Il suo ricordo è vivo più che mai: anche a Brescia, città dove Dalla ha seminato tracce ancor oggi difficili da dimenticare. A partire da quel lontano 18 giugno del 1979, quando allo stadio Rigamonti fece tappa il «Banana Republic Tour», successo trionfale in cui l’artista nato notoriamente il «4 marzo 1943» univa le forze con Francesco De Gregori. «Fu il primo grande concerto della mia carriera – racconta Santo Bertocchi, leader del Cipiesse di Rezzato che organizzò la data -. Ma soprattutto in termini di presenze resta ancora l’evento record di tutta la storia del Cipiesse con 20 mila spettatori paganti, numero mai più superato. L’ingresso costava 2500 lire, tutti i biglietti vennero venduti la sera stessa alle casse». Nel 1988, un’altra accoppiata storica, un altro evento epocale: sempre con la firma di Bertocchi il tour Dalla-Morandi arrivò nella cornice storica di villa Fenaroli, a Rezzato. Comune dove il grande Lucio tornò nei primi anni ‘90, scegliendo il teatro Ctm per le prove di un tour. «Si fermò in paese per una settimana – rammenta Bertocchi -. Il pomeriggio andavo a trovarlo, uscivamo con la sua manager per un caffè da Bit & Bacco, poco lontano dal teatro… Ma era difficilissimo comunicare. Era sempre molto schivo, silenzioso, tutto il contrario di Morandi. Per ripagarci dell’ospitalità decise di tenere un concerto di prova aperto al pubblico l’ultima sera: il Ctm era esaurito, ma scese una nebbia talmente forte che tanta gente rinunciò a venire». Fra i fan bresciani di Dalla c’è da sempre Omar Pedrini. «Fu uno dei primi artisti che vidi in concerto, avevo solo 13 anni, mia mamma, grande fan dei cantautori italiani, mi portò al tour di “Dalla”, l’album del 1980 che le era piaciuto tantissimo. Negli anni strinsi una bella amicizia con il produttore Guido Elmi, che abitava proprio di fianco a Lucio in via D’Azeglio a Bologna e quando era in città mi ospitava spesso. Capitava così che uscendo al mattino incontrassi Lucio che dava da bere ai fiori: parlavamo di arte contemporanea, mi fece vedere le opere che aveva in casa. Questa frequentazione mi valse la possibilità di intervistarlo a Sanremo per il mio programma “Pop- Viaggio dentro una canzone” su Rai 5: credo sia stata una delle sue ultime interviste, talmente illuminante che ho deciso di pubblicarla sulla mia pagina a partire da oggi, 1 marzo, per ricordare degnamente Lucio». Anche Alfredo Golino, batterista fra i più quotati in Italia, oggi titolare con la moglie Giulia Fasolino della scuola bresciana Cambiomusica, ha diversi ricordi di Dalla. «Ho registrato con lui alcuni duetti con Morandi e Lavezzi, ma abbiamo fatto anche delle session di jazz in Svizzera – ricorda -. Era estroso, creativo, un poeta ma anche un grande musicista dal carisma incredibile, sempre all’avanguardia: lavorare con lui era sempre un’esperienza destinata a migliorarti e gratificarti».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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