Acrobatica Ruggiero, la seconda vita di Antonella

di V.S.

Antonella Ruggiero è tornata per raccontare la sua seconda vita artistica. Trent’anni dopo l’uscita dai Matia Bazar, 20 anni dopo la partecipazione a Sanremo da solista, 4 anni dopo il concerto di Natale che, con la banda di Iseo, le permise di vincere il premio Italive, la cantante genovese ha fatto di nuovo tappa in Franciacorta per il secondo evento di Macramè, rassegna curata da Gianluca Serioli, con il suo «Concerto Versatile». Aggettivo che calza alla perfezione per descrivere la voce della Ruggiero: l’esibizione di Corte Franca ruota infatti attorno ai diversi e mutevoli stili che la cantante padroneggia, partendo da alcuni suoi inediti fino ad arrivare ai brani storici dei Matia Bazar, le cui partiture vengono rilette da un set di strumenti essenziale. Roberto Colombo, marito della cantante, a vocoder e synth bass detta ritmi e toniche; Mark Harris al pianoforte e all’armonium ruba una buona fetta di scena con un approccio jazzistico fortemente votato all’improvvisazione, colori e sfumature che riempiono l’orecchio e colmano i possibili vuoti strumentali. IL RACCONTO artistico di Antonella Ruggiero è piacevole, dal jazz godibile di «Controvento», passando per «Aristocratica», dal successo sanremese del 1998 «Amore lontanissimo» a quello più recente (2005) di «Echi d’infinito», dedicata ad Andrea Camilleri, che la cantante ricorda come «un siciliano che fortunatamente non parla di cose brutte, ma di storie umane. Una persona simpaticissima». Antonella Ruggiero flirta con gli acuti sfoggiando la sua tecnica invidiabile, porta gli spettatori negli anni ’30 con «Blue Moon», aprendo una parentesi frizzante, prima di tornare alle montagne russe vocali di «Stasera… che sera» ed «Elettrochoc». C’è una quota non indifferente di Matia Bazar che scalda il pubblico, in particolare con «Solo tu», «Vacanze romane» e «Ti sento», ma c’è anche tanta voglia di esplorare sentieri meno battuti, per esempio con una proposta dell’Aria sulla quarta corda, e di omaggiare un concittadino come Fabrizio De Andrè, con il quale Harris e Colombo hanno collaborato, con «Canzone dell’amore perduto». Non un semplice revival, ma un omaggio alla seconda vita della Ruggiero. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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