La carica visionaria del pianeta Kepler

“Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginare”. La celebre frase di Blade Runner - quasi un manifesto della fantascienza - torna in mente leggendo le critiche a Raised by Wolves, su Sky con il sottotitolo “Una nuova umanità”. Il nome principale dell’operazione, fra l’altro, è quello di Ridley Scott: regista proprio di quel Blade Runner che nel 1982 tradusse in immagini la fascinosa novella di Philip Dick. I PROTAGONISTI Qui, Scott è produttore esecutivo e firma i primi due episodi della stagione di debutto, lasciandone poi altri tre al figlio Luke, regista in proprio e collaboratore di lunga data del padre. Pur essendo stato creato per HBO da Aaron Guzikowski (sceneggiatore del bel film di Denis Villeneuve “Prisoners”) lo show porta chiara l’impronta del vecchio regista inglese. Che, a 83 anni, continua a dirigere senza risparmiarsi. Coltivando con particolare favore il filone fantascientifico: dall’iconico Alien del 1979 ai più recenti Prometheus, The Martian, Alien: Covenant. LA STORIA Raised by Wolves racconta la storia di una colonia fondata, dopo una guerra che ha devastato la Terra, sul distante Kepler-22b (pianeta reale a circa 600 anni luce dal nostro). Due avanzatissimi androidi - Madre e Padre - sono giunti lì con una missione: accudire alcuni embrioni umani, e poi crescere i bambini cercando di proteggerli in un ambiente ostile. Le difficoltà ambientali si sommano alle sfide educative, e al retaggio del terribile conflitto che ha devastato il nostro mondo: e che ha visto combattersi le fazioni ugualmente fanatiche degli Atei e quella religiosa, e di derivazione cristiana, dei Mitraici, sorta di ordine guerriero che un po’ ricorda i Templari e un po’ un culto del Sole. Entrambe le forze continuano a combattersi nello spazio, e arriveranno a intromettersi con l’esistenza della piccola colonia. E le critiche? Ci si è lamentati soprattutto che la serie sia fredda, non abbia cuore. È una critica davvero incomprensibile, arrivati alla quarta puntata di dieci. Anzi, Raised by Wolves ha il pregio di tornare a fare ciò che la fantascienza dovrebbe tornare a fare di più: inventare altri mondi, dipingere scenari che non siano i nostri, raccontare creature che vanno oltre l’umano. E lo fa con una carica visionaria impressionante, visivamente emozionante. E sollevando questioni e toccando temi di assoluta importanza e altezza: l’umano e l’androide, l’intelligenza artificiale, il conflitto tra religione e secolarismo… Come si chiedeva quel vecchio personaggio di Corrado Guzzanti, “Dal mare al pescatore alla vostra cucina: che altro deve fare la sogliola? Spazzarvi il pavimento?”.

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