Ayé alla grande volata. «Ora ci sentiamo forti»

di Vincenzo Corbetta
Alfredo Donnarumma e Florian Ayé incontenibili dopo il successo sul Monza. In campionato hanno segnato 23 reti: 7 il capocannoniere dell’ultima promozione, 16 il franceseL’abbraccio all’U-Power Stadium tra Massimo Cellino e Adriano GallianiAndrea Cistana in scivolata strappa il pallone al monzese Diaw SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia
Alfredo Donnarumma e Florian Ayé incontenibili dopo il successo sul Monza. In campionato hanno segnato 23 reti: 7 il capocannoniere dell’ultima promozione, 16 il franceseL’abbraccio all’U-Power Stadium tra Massimo Cellino e Adriano GallianiAndrea Cistana in scivolata strappa il pallone al monzese Diaw SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia
Alfredo Donnarumma e Florian Ayé incontenibili dopo il successo sul Monza. In campionato hanno segnato 23 reti: 7 il capocannoniere dell’ultima promozione, 16 il franceseL’abbraccio all’U-Power Stadium tra Massimo Cellino e Adriano GallianiAndrea Cistana in scivolata strappa il pallone al monzese Diaw SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia
Alfredo Donnarumma e Florian Ayé incontenibili dopo il successo sul Monza. In campionato hanno segnato 23 reti: 7 il capocannoniere dell’ultima promozione, 16 il franceseL’abbraccio all’U-Power Stadium tra Massimo Cellino e Adriano GallianiAndrea Cistana in scivolata strappa il pallone al monzese Diaw SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo Venezia

Tanto è sicuro in campo e implacabile in area altrui, quanto è rapido e sciolto con la lingua italiana, soprattutto scaltro e scarno davanti ai microfoni: per i taccuini bisogna attendere la fine di questa maledetta pandemia. Oltre a essere il simbolo della scalata biancazzurra culminata con il sogno senza fine della Serie A, Florian Ayé ormai è padrone di tutte le situazioni in casa Brescia. Dopo un anno da incubo in Serie A - zero al quoto nella classifica dei cannonieri e l’inevitabile, purtroppo consueta retrocessione in modalità ascensore - ha impiegato un’altra mezza stagione in Serie B per esplodere. Ma quando ha iniziato a segnare, non si è più fermato. Merito, in primis, del presidente Massimo Cellino che ha sempre, sempre creduto nelle sue qualità, anche quando l’evidenza diceva il contrario. Però, gli allenatori (tanti) che si sono succeduti sulla panchina biancazzurra non lo hanno mai levato. Un po’ per convinzione e un po’ per necessità vista la moria di punte più o meno illustri in questi anni: gli infortuni di Torregrossa, i problemi non solo fisici di Balotelli e Donnarumma, che dal momento buio lungo 2 anni (e c’entra anche il Covid, eccome se c’entra) sta iniziando a uscire adesso e nei play-off può essere davvero l’arma in più. La seconda. La prima è lui, Ayé, che con il lavoro, l’abnegazione, il sorriso opposto alle critiche più feroci ha saputo entrare nel cuore di tutti. E adesso, nell’intervista dell’immediato dopogara di Dazn a Monza, sempre con quel sorriso strizza l’occhiolino al grande traguardo. Una frase di... riscaldamento («Sapevamo che anche questa era una partita difficile, l’abbiamo preparata bene mentalmente»), poi l’affondo: «Brescia favorito per i play-off? Ma no, noi non ci sentiamo favoriti. Ma abbiamo fiducia, questo sì. E sappiamo pure che siamo forti». L’espressione del volto di Ayé si fa più seriosa: «Abbiamo cambiato la nostra mentalità. Ora è vincente e sfruttiamo il momento». Il merito è di Clotet: nelle 17 gare della sua gestione, Ayé ha timbrato 12 dei suoi 16 centri. Il primo gol del francese in maglia biancazzurra al cospetto di Eugenio Corini, nella gara di andata con il Lecce al Rigamonti. Un gol ininfluente sull’esito (3° gol in una vittoria per 3-0), ma l’immagine che è restata di quella serata autunnale è stata l’esultanza perfino esagerata di Cellino. Ieri, in tribuna all’U-Power Stadium di Monza, il presidente del Brescia ha abbracciato fraternamente Adriano Galliani, l’amministratore delegato dei brianzoli, le cui esultanze sono diventate un suo segno distintivo al pari delle cravatte gialle e dell’indiscutibile competenza. Chi non ricorda il suo volto trasfigurato ai gol del Milan che valevano scudetti e Champions? Dalla tribuna stampa - al Rigamonti ma ultimamente anche in trasferta - il vocione di Cellino si sente, eccome. Ma gli interventi sono limitati nel numero e moderati nella sostanza. E chissà al gol di Ayé: «Mi dispiace per Jagiello - ed è ancora l’attaccante francese del Brescia a parlare -. Io non volevo mica intervenire sul suo tiro, ho fatto il movimento per seguirlo. Ma il gol è mio e me lo prendo volentieri». Ayé non lesina energie nel muoversi senza il pallone, nell’inseguire gli avversari, nel dare sostegno alla fase difensiva. Per questo, a successo in cassaforte, Clotet gli ha risparmiato la parte finale. Questo è il 4° impegno in 10 giorni: «Così è dura fisicamente - conferma Ayé -, in Serie B sono tutte partite intense. Il campionato è stato lungo e la stagione, per fortuna, non è ancora finita. Abbiamo centrato il nostro obiettivo». Il capocannoniere del Brescia si sente «molto migliorato sotto tutti i punti di vista, con le mie qualità aiuto la squadra». Con la rete al Monza è arrivato a -2 dal suo primato personale, stabilito nella B francese 2 anni fa con il Clermont Ferrand: un bottino che gli valse l’attenzione di Cellino, che lo portò a Brescia senza esitazioni. Segno che quella cadetta, al momento, è la sua categoria. Ma i suoi gol nei play-off potrebbero portare il Brescia dove tutti sognano: «Ci guida la testa», dice Ayé. L’attaccante senza paura, né in campo né fuori. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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