il futuro

Brescia calcio, il rebus adesso è Cellino: ecco il piano «C» se resta

di Vincenzo Corbetta
Il presidente deve sciogliere il nodo societario ma la possibile cessione del club sembra più lontana. Tra gli allenatori suggestivo il nome del bresciano Diana promosso in B con la Reggiana Piace pure Pazienza (Cerignola)
Giorgio Perinetti e il presidente Massimo Cellino: il primo è già pronto ad accasarsi ad Avellino, il secondo dovrà sciogliere presto tutti i nodi sul futuro suo e del Brescia
Giorgio Perinetti e il presidente Massimo Cellino: il primo è già pronto ad accasarsi ad Avellino, il secondo dovrà sciogliere presto tutti i nodi sul futuro suo e del Brescia
Giorgio Perinetti e il presidente Massimo Cellino: il primo è già pronto ad accasarsi ad Avellino, il secondo dovrà sciogliere presto tutti i nodi sul futuro suo e del Brescia
Giorgio Perinetti e il presidente Massimo Cellino: il primo è già pronto ad accasarsi ad Avellino, il secondo dovrà sciogliere presto tutti i nodi sul futuro suo e del Brescia

Che cosa farà, adesso, Massimo Cellino? In queste ore sta meditando lontano da Brescia. E di sicuro la retrocessione in C allontana la possibilità di una cessione. Sfumato da tempo l’ingresso degli olandesi di Azerion, specializzata nella vendita della pubblicità digitale nei videogiochi online e mobili, negli ultimi mesi si era parlato di una cordata di imprenditori bresciani. I quali però, con la retrocessione in Serie C, non sono più interessati al progetto. E ogni volta che un fondo straniero o un grande imprenditore si muove, è sempre un’altra società.

L’ultimo è Fabio Radrizzani, patron del Leeds, protagonista del salvataggio della Sampdoria. Resta in piedi l’idea dell’avvocato-tifoso Alberto Scapaticci di una società a partecipazione popolare, ma ancor di più in queste condizioni è una soluzione di difficile attuazione. In questo momento, volenti o nolenti, è tutto in mano a Cellino, patron dal 2017, riuscito a riportare il Brescia laddove mancava da 38 anni, in Serie C, e mai c’era stato con la presidenza Corioni, durata 22 anni (1992-2014) e la più breve ma intensa parentesi Bonometti-Profida Italia (2014-2017), anche al termine della 1ª stagione il Brescia era sceso in Lega Pro per via dei 6 punti di penalizzazione ma in agosto venne ripescato al posto del Parma.

Cosa succederà? Del mercato-giocatori è prematuro parlare, dopo una serata del genere e un epilogo così amaro. Di sicuro Rodriguez, Björkengren e Listkowski, arrivati a gennaio, rientreranno al Lecce per fine prestito. Sugli altri, in questo momento, meglio soprassedere. Cambierà per l’ennesima volta il direttore sportivo. Giorgio Perinetti ha i bagagli pronti destinazione Avellino. E alla fine della sua esperienza-bis in biancazzurro, si può dire con ancor più convinzione che sia l’occasione persa da Cellino. Un dirigente di simile esperienza, alle spalle una sfilza di ottimi risultati e rose all’altezza, andava fatto lavorare dandogli carta bianca. Il neo, uno dei pochi, è l’aver imposto a tutti i costi Pep Clotet, che dopo l’esonero a Brescia è retrocesso alla guida della Torpedo Mosca.

Chissà se Francesco Marroccu ancora una volta varcherà la soglia della sede via Solferino dopo aver lavorato con Cellino a Cagliari e, in altre 2 occasioni, a Brescia. Ma con questa presidenza non ci si può stupire più di nulla. C’è poi da scegliere l’allenatore. Dura che si riparta da Daniele Gastaldello, che ha sì rianimato la squadra evitandole la retrocessione diretta in C, ma che si è mostrato poco coraggioso nei momenti topici. Il 1° nome che circola per la panchina è suggestivo: Aimo Diana. Bresciano di Poncarale, da giocatore centrocampista di vaglia (93 partite e 4 reti con il Brescia, poi Verona, Parma, Reggina, Sampdoria, Palermo, Torino, Bellinzona, Lumezzane e Trento; pure 13 gare e un gol in Nazionale), è reduce dalla promozione in B alla guida della Reggiana.

Con lui arriverebbero altri due ex biancazzurri, che fanno parte dello staff: Alessio Baresi e Giampaolo Saurini, l’altra sera in tribuna al Rigamonti. Spettatore interessato? Piace anche l’emergente Michele Pazienza, 40 anni, reduce dai quarti di finale dei play-off di Serie C con il Cerignola, sconfitto dal Foggia di Delio Rossi. Libero è Attilio Tesser dopo il biennio al Modena. Ha 64 anni, è uno specialista della Serie C: ha dominato gli ultimi 4 campionati con Novara, Cremonese, Pordenone e Modena. Ma con Cellino, a Cagliari nel 2005 in A, è durato solo un turno, il 1°. Ma sarebbe il tecnico ideale per tentare di risalire subito in B.

 

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