La scelta di Palacio «Brescia, sono qui per la tua storia»

di Vincenzo Corbetta
Rodrigo Palacio si tocca la treccina nel corso della presentazione di ieri pomeriggio, al centro sportivo di Torbole SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaPalacio in azione con la Ternana: 13 minuti per la prima in biancazzurro
Rodrigo Palacio si tocca la treccina nel corso della presentazione di ieri pomeriggio, al centro sportivo di Torbole SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaPalacio in azione con la Ternana: 13 minuti per la prima in biancazzurro
Rodrigo Palacio si tocca la treccina nel corso della presentazione di ieri pomeriggio, al centro sportivo di Torbole SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaPalacio in azione con la Ternana: 13 minuti per la prima in biancazzurro
Rodrigo Palacio si tocca la treccina nel corso della presentazione di ieri pomeriggio, al centro sportivo di Torbole SERVIZIO FOTOLIVE / Filippo VeneziaPalacio in azione con la Ternana: 13 minuti per la prima in biancazzurro

A un certo punto Rodrigo Palacio, in una delle poche domande in cui non viene sottolineata la carta d’identità («Mi chiedete sempre le stesse cose, che ho quasi 40 anni...»), si tocca la treccina, come colto dal nostro fotografo Filippo Venezia con un clic d’autore. La mente va subito ai favolosi primi anni 2000, quando la maglia con la V bianca era indossata da uno con il codino: «Eh, lo so che giocatori ha avuto il Brescia, che grandi campioni - e Palacio accenna a un sorriso -. Nella scelta di venire qui ha pesato anche la storia di questa società. Sì, è stata uno stimolo in più». Nella sala stampa del centro di Torbole campeggiano, tra le altre, le maglie di Guardiola e Pirlo, a proposito di campioni. Dovrebbero portarne anche una con il 10, il numero che aveva quel genio con il codino. Ma se Palacio è un giocatore del Brescia, il merito è anche di un altro mito che da bomber non è mai stato da queste parti, ma ora è qui e sta gettando le fondamenta per la storia dalla panchina: «Conosco Inzaghi dai tempi del Bologna - racconta l’argentino -. Ho parlato solo con lui. Tante volte: telefonate, messaggi. All’inizio gli ho chiesto pazienza, avevo altre offerte. Lui mi raccontava come era l’ambiente qui, le ambizioni della società». E il Trenza, alla fine, ha ceduto al pressing di Superpippo: «C’è tanta voglia di fare bene. La squadra è competitiva. E conosco la passione, l’entusiasmo di Inzaghi per il lavoro. Di mio ci metto la voglia di giocare: mi piace, mi diverte ancora. L’età? Lo vedrete sul campo: io mi sento ancora giovane e poi sono abbastanza (testuale; ndr) professionista, mi alleno tanto». A Terni ha giocato 13 minuti, un assaggio che ha fatto venire l’acquolina in bocca: «La testa conta parecchio, l’intelligenza calcistica più che mai - avverte El Trenza -. Non ho la forza e la potenza di un giovane, ma sfrutto le mie qualità per continuare a giocare a un certo livello». Non è mai troppo tardi per debuttare in Serie B: «Anche negli anni scorsi la guardavo sempre - rivela -. Mi piace vedere il calcio. Domenica a Terni mi sono reso conto delle difficoltà del campionato. Lavoriamo per essere competitivi e io sono pronto». C’è addirittura chi chiede quando si ritirerà: «Sempre le stesse domande - sospira Palacio -. Io mi sento giovane, fisicamente sto bene e lo dimostrerò sul campo. Si possono dire tante parole, ma comandano i fatti». Palacio si ritocca la treccina e pensa a quel tipo con il codino e con la maglia numero 10 che, come lui, era di poche parole. Nei 4 anni a Brescia si fece beffe dell’anagrafe: arrivò a 33 anni con le ginocchia martoriate da svariate operazioni e fece magie, dicendo addio a Brescia e al calcio a 37, dopo 4 salvezze consecutive, 45 gol in 95 partite e il rimpianto di tutti. La treccina con il numero 8 può fare la storia come il codino con il 10: il modo migliore per non vivere solo di ricordi. I tifosi del Brescia gliene sarebbero eternamente grati. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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