Torbato, il bianco dominatore che non si fa dimenticare

VINI D'ITALIA. Prodotto da «Sella&Mosca» di Alghero: il top si raggiunge con il «Cuvèe 161»

Chiunque si trovasse a passar dalle parti di Alghero, difficilmente potrebbe fare a meno di notarla: lussureggiante come un magnifico giardino mediterraneo, la sede di «Sella&Mosca» è il miglior biglietto da visita per una delle principali aziende vitivinicole di Sardegna.
La cura dei dettagli è in effetti uno dei tratti dominanti di questa realtà fondata nel 1899: come a dire, antichi splendori che hanno saputo adattarsi alla modernità senza smarrire il senso delle radici, in un percorso all'insegna della vocazione per l'eccellenza che l'ultima edizione della Guida Vini d'Italia del Gambero Rosso ha attestato con il premio «Cantina dell'Anno 2013»: un riconoscimento di particolare richiamo, destinato a riaccendere i riflettori su un'insegna che ha contribuito a rendere grande l'enologia non solo sarda, ma italiana tout court.
Tanti i vini ottenuti dalle uve prodotte dagli oltre 550 ettari di vigneti di una delle più grandi tenute a corpo unico d'Europa: un «testimonial» importante è probabilmente il Marchese di Villamarina Cabernet Sauvignon in purezza (che quest'anno ha conquistato sia i Tre Bicchieri del Gambero che in Cinque Grappoli di Duemilavini), anche se non c'è dubbio che i vertici più interessanti della gamma stanno in quelle etichette che hanno saputo rilanciare il fascino dei grandi autoctoni sardi. Non solo gli ormai noti Vermentino e Cannonau, ma anche il Torbato, detto anche Vitis Iberica, vitigno bianco di antichissime origini presente solo nell'area di Alghero e vinificato da Sella&Mosca in quattro diverse interpretazioni: fra queste la più alta espressione si raggiunge con il «Cuvèe 161 Alghero Doc Torbato». Coltivate nel cuore delle Terre Bianche di Alghero, queste uve tardive vengono raccolte tra la fine di settembre e ottobre, sottoposte alla macerazione pellicolare, con lungo periodo di élevage sui lieviti e piccola aliquota fermentata in barrique. Risultato: uno di quei bianchi capaci conquistare al primo assaggio e di non farsi dimenticare, grazie a un profilo di suprema, elegante morbidezza coniugata a una statura da dominatore.

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