UNA LUNGA ESPERIENZA

«Monteverde», il giusto mix che vale la top-five nazionale

Un'immagine dall'alto dello stabilimento di Rovato dell'Avicola Alimentare Monteverde, che dagli anni Cinquanta è protagonista nel settore puntando su passione, tradizione e caparbietà
Un'immagine dall'alto dello stabilimento di Rovato dell'Avicola Alimentare Monteverde, che dagli anni Cinquanta è protagonista nel settore puntando su passione, tradizione e caparbietà
Un'immagine dall'alto dello stabilimento di Rovato dell'Avicola Alimentare Monteverde, che dagli anni Cinquanta è protagonista nel settore puntando su passione, tradizione e caparbietà
Un'immagine dall'alto dello stabilimento di Rovato dell'Avicola Alimentare Monteverde, che dagli anni Cinquanta è protagonista nel settore puntando su passione, tradizione e caparbietà

Passione, tradizione, caparbietà: sono i tre «ingredienti» fondamentali della «ricetta» che ha consentito negli anni Cinquanta del secolo scorso la nascita dell'Avicola Alimentare Monteverde, oggi prima realtà bresciana e lombarda e quinta nazionale del settore per rilevanza.

«L'azienda è attiva in un settore tradizionalmente chiuso - dice Laura Facchetti, direttore qualità, comunicazione e marketing dell'azienda -: solo negli ultimi anni, anche grazie a Unaitalia» (associazione di categoria che tutela e promuove le filiere agroalimentari italiane delle carni e delle uova) «e a Coldiretti, in particolare al presidente Ettore Prandini che ha coscienza del valore della filiera avicola, si è registrata una maggiore apertura e attenzione alla comunicazione. Atteggiamento che condividiamo e che pratichiamo con convinzione».
Conseguita la laurea in Giurisprudenza, Laura Facchetti, attiva nella sede di Rovato, la principale della realtà, ha capito in fretta che la sua passione era l'azienda e il settore in cui opera. Per lei è stato naturale seguire le orme della nonna, Elvira Benedetti, alla quale si deve la nascita della Monteverde. Classe 1919, è scomparsa sulla soglia del secolo di intensa vita. Ha iniziato da ragazza a vendere le uova prodotte da alcune decine di galline allevate in solaio. Con i primi utili racimolati ha acquistato una piccola incubatrice per i pulcini, iniziando anche la loro vendita. L'attività è cresciuta, Elvira ha intuito che c'erano spazi ancor più ampi, ha espresso la sua anima imprenditoriale a tutto tondo, supportata dal suocero moralmente ed economicamente, rendendo possibile l'edificazione del primo capannone a Passirano.
Il marito, Costante Crescenti, autotrasportatore, ha lasciato il camion e affiancato la determinata moglie. L'intuizione è giusta, ben presto è stato necessario erigere un altro capannone. L'impresa è cresciuta, nel tempo si sono aggiunti con ruoli diversi anche i quattro figli della coppia, tre femmine e un maschio. Lo sviluppo è stato costante, è stato aperto un macello a Ciliverghe, sino alla nuova ampia sede realizzata nei primi anni Novanta a Rovato, in fregio alla A4. Oggi l'azienda vede attiva la terza generazione, con dieci soci, nove dei quali operativi anche dopo esperienze esterne, tutti componenti della famiglia. Legale rappresentante è un esponente della seconda generazione: Rosanna Crescenti, figlia di Elvira e Costante. «Siamo nati e cresciuti sin da piccolissimi in azienda - ricorda Laura Facchetti - mentre oggi i nostri figli non riconoscono un pulcino, anche perché è cambiato il mondo e l'accesso in azienda in giovane età è precluso».
L'Avicola Monteverde alleva 19 milioni di polli all'anno, con una filiera totalmente nazionale, un fatturato (2020) di 75 milioni di euro. Tre le strutture operative con altrettanti direttori generali. I dipendenti sono 250, duecento a Rovato, 40 negli incubatoi e 10 nel mangimificio. A questi numeri si aggiunge l'indotto dei 100 allevamenti, molti in terra bresciana, altri in Lombardia, con poche eccezioni fuori regione, ai quali sono affidati i pulcini con contratti di soccida, e l'impegno di circa 200 persone. Da mezzo secolo l'azienda copre l'intera filiera, dalle uova incubate alla gallina riproduttiva. Una volta cresciuti i pulcini rientrano in azienda come polli e, suddivisi tra freschi e cotti, sono distribuiti in tutta Italia attraverso grossisti, Gdo (Grande distribuzione organizzata), Horeca, dettaglio e ristorazione collettiva. In merito agli obiettivi, il focus aziendale rimane centrato su qualità del prodotto e sicurezza per il consumatore. L'attenzione costante è dedicata al controllo dei processi affinché i traguardi siano raggiunti. Guardando al futuro, Laura Facchetti ritiene che si continui sulla strada del benessere animale, migliorando quanto più possibile il sistema di allevamento, con aerazione, luce naturale, minime densità, parametro quest'ultimo che la normativa fissa in 33 kilogrammi per metro quadro, elevabile a 39 in deroga. «Considerandola una delle caratteristiche fondamentali per garantire il benessere animale - sottolinea - abbiamo deciso di rimanere sempre entro un limite inferiore a 33. Non solo, abbiamo introdotto anche giochi per gli animali e altre migliorie ambientali. Inoltre, sono attentamente monitorati parametri, come la presenza di ammonica, che incidono sul benessere».

Gli allevamenti sono tecnologicamente avanzati, con controllo in remoto e attenzione alla bio sicurezza e alla sostenibilità, ad esempio riguardo l'impiego di farmaci: dal 2011 utilizzano il Piano per la riduzione degli antibiotici del Mipaf (ministero per le Politiche agricole e forestali), che ha consentito l'abbattimento del 90% del loro utilizzo. Sul versante sostenibilità, uno studio dell'università di Milano evidenzia il basso impatto inquinante della filiera del pollo. La maggiore incidenza si deve al trasporto di soia importata dagli Usa. Allo studio mangimi a base di carne. In termini energetici, Monteverde usa le soluzioni green disponibili, cogenerazione e fotovoltaico. A breve sarà allestito un nuovo capannone da tremila mq.. © RIPRODUZIONE RISERVATA