IL SETTORE

Olivicoltura, il potenziale guarda oltre il mercato

di Adriano Baffelli
Zanelli (leader dell'Aipol): «Il comparto dispone anche di una forza ambientale e socioculturale». L'attività è al top sul Garda e Sebino
L’olio d’oliva extravergine patrimonio della dieta mediterranea, apprezzata in tutto il mondoSilvano Zanelli, leader di Aipol
L’olio d’oliva extravergine patrimonio della dieta mediterranea, apprezzata in tutto il mondoSilvano Zanelli, leader di Aipol
L’olio d’oliva extravergine patrimonio della dieta mediterranea, apprezzata in tutto il mondoSilvano Zanelli, leader di Aipol
L’olio d’oliva extravergine patrimonio della dieta mediterranea, apprezzata in tutto il mondoSilvano Zanelli, leader di Aipol

L’olivicoltura in provincia di Brescia, come emerge dai dati forniti dalla Coldiretti territoriale, rappresenta un settore vivace e di rilievo con oltre 1.200 ettari coltivati tra la zona del Garda e del Sebino: di questi 195 a biologico. Punto di riferimento nel comparto è l’Aipol, Associazione interprovinciale produttori olivicoli lombardi: una società cooperativa agricola che ha sede a Puegnago del Garda, con preponderante presenza bresciana per superfici, numero di operatori ed espressione consiliare, e con la partecipazione anche di rappresentanti di Como, Lecco e Bergamo. Il presidente è Silvano Zanelli, che è anche primo cittadino di Puegnago. «L’olivicoltura lombarda - sottolinea - è un’attività di nicchia, difficilmente confrontabile con quella di altre regioni, ma con un potenziale economico-ambientale e socioculturale di tutto rispetto. Si estende su una superficie di oltre duemila ettari per un totale di 900 mila piante con una produzione media di 12 mila quintali di olio. Si sviluppa in particolare sulle sponde dei laghi di Garda e Iseo, mentre nel resto della regione trova spazio sul lago di Como. È un’olivicoltura molto frastagliata, con la presenza di piccoli produttori, molti occupati solo part-time. La superficie media aziendale è poco più di un ettaro, ma tutti insieme contribuiscono anche al mantenimento dell’ambiente». L’olivicoltura rientra nel concetto di attività economica multifunzionale, nell’ambito della quale più prodotti concorrono alla costruzione del reddito aziendale. Del resto, come spiega Zanelli, non esistono aziende che vivono solo di olivicoltura ma sono sempre abbinate ad altre attività: frantoio, viticoltura, agriturismo ed altro ancora. Le realtà più strutturate, capaci di affrontare il mercato, si trovano nella zona della Valtenesi, esiste inoltre una cooperativa biologica a Tignale che è stata in grado di riunire tutti i produttori e stimolarli a continuare la coltivazione in zone impervie. Il microclima dei laghi permettere di produrre oli di elevata qualità, con equilibrio e armonia tipici, dovuti anche alle varietà di olivo presenti, in particolar modo il «Casaliva». Negli ultimi tre anni la coltivazione e la produzione hanno avuto serie difficoltà legate a nuovi patogeni, al cambiamento climatico e ad altri fattori in fase di studio. «Una situazione che contribuisce ad aumentare la disaffezione nei confronti dell’olivicoltura - evidenzia Zanelli -. Già buona parte degli oliveti marginali è stata abbandonata, la scommessa futura è quella di trovare un sistema per il recupero, così da evitare ripercussioni sul territorio, sia dal punto di vista idrogeologico, che sul sistema turistico. È chiaro che l’ambiente nel quale viviamo è un connubio tra la mano dell’uomo e la natura, se uno dei due viene meno, crolla il sistema. Il turismo dei nostri laghi è legato anche all’atmosfera creata dagli olivi e dalle coltivazioni, dai prodotti della nostra agricoltura, che ne sarebbe del nostro lago senza olivi?». Aipol, nata quaranta anni fa con lo scopo di riunire i produttori e indirizzarli alla corretta coltivazione e al miglioramento qualitativo dell’olio, tuttora si prefigge questo scopo. La collaborazione di Regione Lombardia, associazioni di categoria, Coldiretti in primis, Camere di commercio e Comunità montane, ha fatto sì che diventasse punto di riferimento per l’olivicoltura lombarda. «La collaborazione con università e docenti di alto profilo ha fatto crescere i nostri olivicoltori stimolato la messa a dimora di diverse piante - conclude il leader Aipol -: li ha spronati ad affacciarsi al mercato con oli di elevata qualità. In questa fase, in cui l’olivicoltore è demoralizzato, va stimolato a proseguire fornendogli tutte le soluzioni possibili. Molto importante il contributo dato dalla Regione Lombardia con l’assessore Fabio Rolfi». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA