IL PREMIO

Direttori sportivi: «Il Pallone
d’Oro? È un rebus»

Il clima è surreale, il ritorno sui campi ancora molto lontano, ma la voglia di parlare di calcio è tantissima. Ecco allora che la palla passa nuovamente ai direttori sportivi. In attesa di vederli all’opera nelle votazioni finali, giudici insieme a giornalisti e capitani, ogni settimana tracciano un bilancio di equilibri e livelli di forza di Pallone d’Oro, Argento e Bronzo. Un diesse per ciascun metallo. Dalle categorie d’Oro ecco Floriano Rubelli (Vobarno), il rappresentante d’Argento è Stefano Orizio (Bagnolese); Seconda e Terza sono rappresentate da Dionisio Pancheri (San Michele Travagliato).

RUBELLI. Classe ’56, nativo di San Felice del Benaco, vive a Roè Volciano ma, dice lui, «ho casa a 700 metri dal cartello Salò». Proprio a Salò ha vissuto gran parte della sua carriera da dirigente. Per 26 anni è stato responsabile del settore giovanile biancazzurro, braccio destro di Eugenio Olli. Dopo un anno sabbatico, è passato al Vobarno, condotto dalla Prima ai play-off di Eccellenza in un lustro.

ORIZIO. Classe ’78, ha iniziato ad occuparsi di calcio nel 2000. L’esordio è a San Zeno, come allenatore del settore giovanile. Quindi passa responsabile del vivaio e poi viene nominato direttore generale. Dopo un decennio lascia i rossoblù per trasferirsi al Borgosatollo, che in un quinquennio lo vede alternarsi tra settore giovanile e prima squadra. Dal 2016 è direttore sportivo della Bagnolese, portata in Prima con mercati oculati e piccoli passi.

PANCHERI. Classe ’64, è commerciante di cereali e vive a Travagliato. Cugino di Franco Pancheri, ex difensore, tra le altre di Inter, Udinese e Cremonese, ha vissuto una carriera da calciatore dilettante tra Terza e Seconda. L’avventura da dirigente l’ha legata al San Michele Travagliato, guidato come tecnico prima e ds poi. Ora è il direttore generale.

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