«Ci siamo anche noi!». E’ il grido d’allarme delle agenzie di viaggio bresciane colpite appieno dalla crisi che sta investendo l’economia, e il turismo nel suo insieme con una perdita totale stimata nel Paese dal Centro Studi di Firenze per Assoturismo superiore ai 30 miliardi. «Siamo chiusi, i nostri dipendenti sono in cassa integrazione, non sappiamo quando tutto questo finirà, il 2020 è dato per perso. Tante sono le realtà coinvolte nel settore che rappresenta il 14 per cento del Pil italiano, la ricezione, la ristorazione, i trasporti, i fornitori, ma ci siamo anche noi che organizziamo le vacanze di chi parte e di chi arriva, con un giro da 5-6 miliardi che verrà almeno dimezzato. Non sappiamo se, quando e in quanti ce la faremo a sopravvivere» dichiara Gianbattista Merigo della storica Merigo Viaggi e di Incoming Terramica srl. Parla a nome di Vacanze Bresciane, gruppo spontaneo di 35 colleghi, e delle 300 agenzie attive nel Bresciano. Per queste attività sono previste dallo studio nazionale chiusure attorno al 20 per cento, «ma credo che i dati lombardi saranno più gravi» sottolinea Merigo. Che cosa chiede Vacanze Bresciane? «Vogliamo essere positivi e pensare al dopo, a quando ci saranno i tavoli per la ripresa, a quando serviranno investimenti per rinascere. Chiediamo di esserci anche noi, anche se siamo di dimensioni contenute e abbiamo scarsa rappresentanza di sindacato o di lobby. Il nostro fatturato si aggira sui 500 milioni e almeno 500 sono gli addetti dal futuro incerto. Certo tutti oggi pensiamo, ed è giusto, all’emergenza sanitaria e ai troppi morti della nostra città e provincia fra le più martoriate d’ Italia, ma certamente prima o poi usciremo anche da questa emergenza di lutti quotidiani. Quando tutti metteranno assieme i loro sforzi, imprese, banche, istituzioni, desideriamo esserci anche noi, per non scomparire senza dire la nostra, senza fare richieste e proposte» afferma Merigo con lo sguardo ormai al 2021. «UN NOTO ESPERTO tedesco diceva qualche anno fa che la gente viaggia e va in vacanza quando sta bene, ha la pancia piena e ha soldi da spendere perché la vacanza certamente non rappresenta un bisogno primario. Quindi non sarà facile riprendere per gli italiani con le tasche vuote e forse si tornerà a forme diverse e meno invasive di spostamento, nascerà un nuovo modello perché ormai si ama conoscere il pianeta. E noi ci saremo ancora con la nostra professionalità che ha superato la tragedia delle Torri gemelle e la concorrenza di Internet e saprà affrontare anche questa sfida inattesa e sconosciuta» aggiunge. Ricorda il lavoro già svolto per far rimpatriare gli italiani in giro per il mondo, per cercare rimborsi o voucher per le gite scolastiche e per chi aveva prenotato su Pasqua e i ponti di primavera. • © RIPRODUZIONE RISERVATA