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Amici a sei zampe con la San Vincenzo. La pet therapy regala emozioni

di Giada Ferrari
Nuove prospettive di cura per chi ha perso tutto: anche così si può ricostruire il senso smarrito delle relazioni
Con la San Vincenzo. Dieci ospiti delle strutture provano il contatto con gli amici a quattro zampe
Con la San Vincenzo. Dieci ospiti delle strutture provano il contatto con gli amici a quattro zampe
Con la San Vincenzo. Dieci ospiti delle strutture provano il contatto con gli amici a quattro zampe
Con la San Vincenzo. Dieci ospiti delle strutture provano il contatto con gli amici a quattro zampe

Nascono nuove prospettive di cura per il dormitorio San Vincenzo: a partire da questo mese, dieci ospiti avranno l'opportunità di partecipare a laboratori di pet therapy realizzati in collaborazione con l'associazione Vita da Cani BS, attiva nel settore dell'educazione cinofila e degli IAA (interventi assistiti con animali) nella provincia di Brescia dal 2010.

«Ho conosciuto personalmente una delle ragazze che fa parte dell’associazione cinofila e, parlando, le ho chiesto se potevamo avviare un percorso di pet therapy con le persone senza dimora che ospitiamo - spiega Sara Zappa, coordinatrice delle case -. Avere un animale risuona o richiama certe esperienze per chi ha un vissuto in strada e molte volte per chi si ritrova a non avere più relazioni di alcun tipo con l’uomo; forse a quel punto l’unica che rimane è quella con l’animale».

Dieci incontri settimanali

La pet therapy è un'attività educativa mirata all'incremento della personalità e alla crescita della persona attraverso l'interazione con gli animali; e questo nuovo progetto si propone di offrire agli ospiti delle Case San Vincenzo esperienze emotive intense, fornendo loro una maggiore carica motivazionale.

Attraverso la partecipazione a questi 10 incontri con cadenza settimanale, i partecipanti avranno l'opportunità di migliorare la qualità della propria vita, focalizzandosi sulla relazione unica che si instaura tra fruitore e animal: «L’obiettivo è trovare un contatto, un punto di incontro e una modalità relazionale alternativa. Partendo dagli esercizi con gli animali si trovano delle strategie di comunicazione diverse da quelle a cui siamo abituati - prosegue Zappa -. Alcuni dei partecipanti hanno fatto un periodo di strada anche con più di un cane, altri sono vissuti in casa e hanno avuto animali. Per gli ospiti non mussulmani è proprio un valore aggiunto».
 

Il progetto

Il gruppo degli ospiti che parteciperanno è stato selezionato dagli educatori in base ai bisogni individuali, concentrandosi soprattutto sulla sfera relazionale e sulle modalità comunicative.

«Abbiamo scelto un gruppo di persone che sono più in difficoltà a livello relazionale e non sono stimolati da nessun’altra attività - spiega Zappa -. Sono 10 ospiti con difficoltà relazionali diametralmente opposte: dall’isolamento all’estrema ricerca di relazione o ricerca dell’altro. Il progetto è un modo per qualcuno di uscire dal guscio e per altri di trovare un canale nuovo e più rilassante di comunicazione, rispettando i tempi gli uni degli altri, accettando anche l’attesa».

I benefici della pet therapy sono molteplici: emotivi e psicologici, oltre che fisici e si accompagnano anche a finalità educative, tra cui: la stimolazione mentale, l’uso del piacere tattile «che per chi è fragile ed emarginato sperimenta poco e se lo fa lo attua in modo disfunzionale». In altre parole, i laboratori mettono in campo tutte le leve della pet therapy per lavorare su relazione e comunicazione uomo-animale, empatia, attaccamento e affettività, divertimento e stimolazione mentale con il fine ultimo di stimolare gli ospiti e indirizzarli verso ulteriori obiettivi specifici previsti dai percorsi di reinserimento sociale elaborati dall’equipe educativa.

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