L’allarme

Esche avvelenate, nel Bresciano aumentano i ritrovamenti

di Giada Ferrari
Dal Garda alla Franciacorta, si moltiplicano le segnalazioni. Il lavoro dell'Oipa con la Procura e i carabinieri
Scatta l'allarme. Si moltiplicano in provincia le segnalazioni di esche avvelenate
Scatta l'allarme. Si moltiplicano in provincia le segnalazioni di esche avvelenate
Scatta l'allarme. Si moltiplicano in provincia le segnalazioni di esche avvelenate
Scatta l'allarme. Si moltiplicano in provincia le segnalazioni di esche avvelenate

Aumentano i casi di ritrovamento di esche avvelenate nel territorio bresciano. Solo nell'ultimo mese sono state rinvenute a Sirmione, a Cazzago e in un paio di colonie feline c’erano alcuni bocconi sospetti.

Una minaccia crescente che se da un lato vede episodi di individui denunciati e individuati grazie all'azione tempestiva delle autorità, dall'altro vede il susseguirsi anche di falsi allarmi che generano ansia e preoccupazione tra i cittadini. A Sirmione, grazie all'efficace lavoro della Polizia Locale, è stato individuato e denunciato un individuo responsabile della disseminazione di esche avvelenate in un parco pubblico. Il colpevole è stato accusato di tentato avvelenamento di animali, reato punibile con la reclusione da quattro mesi a due anni.

La collaborazione attiva dei cittadini si è rivelata fondamentale: la segnalazione tempestiva di un passante, che ha notato un comportamento sospetto del proprio cane e rinvenuto un salsicciotto riempito con grani rossi nel parco tra via Ortigara e via XX Settembre, ha permesso di accelerare le indagini. I risultati delle analisi non hanno lasciato spazio a dubbi: l'involucro era positivo al bromadiolone, un potentissimo rodenticida utilizzato comunemente per eliminare roditori, ma estremamente pericoloso per qualsiasi altro animale che entri in contatto con esso. Anche a Cazzago, una colonia felina è stata bersaglio di queste pratiche crudeli.

Attacchi tossici 

«Abbiamo trovato ripetutamente una sostanza tossica nel cibo - spiega Iride Serramondi, responsabile nucleo guardie di Oipa Brescia -. È stata aperta una indagine dalla procura e stiamo collaborando con i carabinieri».

Anche qui, gli esiti degli esami su campioni multipli hanno confermato la positività a una sostanza tossica: «Abbiamo rinvenuto anche un gatto deceduto per veleno».

Il sito ora è stato delimitato dal sindaco, per salvaguardare una colonia da cui sono spariti parecchi gatti nel giro di poco tempo: «Le indagini stanno proseguendo - prosegue Serramondi -. E anche in un’altra colonia abbiamo rinvenuto bocconi sospetti che ora sono nelle mani dell’istituto zooprofilattico per le analisi». Casi critici, ma anche falsi allarmi, dovuti in ogni caso al timore che possa succedere qualcosa di grave. Al parco di via Parenzo, a Chiesanuova, sono stati ritrovati per tre volte pezzi di carne cruda. La preoccupazione tra i proprietari era palpabile e subito sono state contattate le forze dell’ordine. Un solo cane ha mangiato una costina che si è dovuta estrarre chirurgicamente dal veterinario, operazione che ha consentito l’analisi del cibo e la conseguente conferma che, in questo caso, non fosse avvelenata.

«Segnalare tempestivamente è in ogni caso una delle prime azioni da fare ogni qualvolta si ritrovano dei bocconi sospetti - dice Serramondi -. Vanno allertate le forze dell’ordine e seguite le direttive». Generalmente la richiesta è quella di rimanere sul posto, per poter poi mostrare alla polizia dove sono state rinvenute le sostanze sospette: «È bene evitare di maneggiare i bocconi e far si che nessuno si avvicini al sito. Ricordiamoci anche di segnalare atteggiamenti sospetti».

Ciò che rimane un mistero è il motivo di questa cattiveria nei confronti degli animali. «Ci sono purtroppo tanti emulatori - chiude Serramondi -. Ma, è brutto da dire, anche persone cattive. Ad esempio, nel caso che stiamo seguendo a Cazzago abbiamo riscontrato un dichiarato odio verso i gatti». 

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