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Nel Bresciano 280mila cani e gatti hanno il microchip

di Giada Ferrari
In un anno l'Anagrafe degli animali di affezione ha rilevato un 4% in più di registrazioni
«Censimento»  I cani registrati tra capoluogo e provincia sono 230.330, i gatti 49.041
«Censimento» I cani registrati tra capoluogo e provincia sono 230.330, i gatti 49.041
«Censimento»  I cani registrati tra capoluogo e provincia sono 230.330, i gatti 49.041
«Censimento» I cani registrati tra capoluogo e provincia sono 230.330, i gatti 49.041

Cresce il numero di animali microchippati. Analizzando i dati si scopre, infatti, che a livello nazionale l’aumento è del 4% in un anno e Brescia è una delle realtà provinciali più virtuose. Secondo quanto riportato dall'Organizzazione internazionale protezione animali (OIPA), il numero di animali microchippati in Italia ha registrato un incremento significativo, superando i 15 milioni e mezzo di esemplari (precisamente 15.600.787) a cui è stato applicato sottopelle il dispositivo elettronico racchiuso in una capsula di vetro compatibile con l’organismo dell’animale.

In Lombardia e nel Bresciano

Le ultime rilevazioni, raccolte attraverso la banca dati dell'Anagrafe degli animali d'affezione gestita dal Ministero della Salute, evidenziano come detto, un aumento del 4 per cento degli animali da compagnia microchippati rispetto a quelli registrati nei dodici mesi precedenti e permettono, inoltre, anche di compilare una classifica su base regionale. La Lombardia resta la regione che detiene il primato di animali microchippati.

Secondo i numeri sono quasi 2 milioni e mezzo gli esemplari, 2.484.207 il dato ufficiale, a cui è stato impiantato lo strumento di riconoscimento. Di questi, 2.014.516 sono cani, 468.689 gatti e 1.002 furetti. Un dato interessante emerge anche per la provincia di Brescia dove si contano 230.330 cani e 49.041 gatti registrati. Rapportato al numero di abitanti si scopre che i cani con il microchip sono uno ogni 5,1 residenti, mentre i felini sono uno ogni 24 bresciani. Nonostante il progressivo incremento nel numero di animali d'affezione microchippati, persistono significative disuguaglianze tra regione e regione. Ad esempio, la Valle d'Aosta risulta essere la regione con il minor numero di animali iscritti all'anagrafe: si contano infatti soltanto 35.009 registrazioni.

Più attenzione

Numeri alla mano, secondo le realtà che si occupano del benessere animale è necessario aumentare la consapevolezza sui diritti degli animali e sui doveri dei proprietari. Al possesso di un animale, infatti, non sempre fa seguito una adeguata conoscenza delle normative a riguardo.

«L’obbligo del microchip per i cani è un efficace metodo di lotta al randagismo sia per identificare i cani presenti sul territorio, che per riportare in famiglia gli animali smarriti. Stessa funzione potrebbe avere per gatti e furetti - commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto -. In Italia, la legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo (la legge 282 del 1991) ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe regionale, sia esso di proprietà privata o randagio. Questo rappresenta un deterrente al fenomeno degli abbandoni dei cani adottati attraverso i canili. Serve però un ulteriore passo in avanti: Occorre, infatti, introdurre l’obbligo anche per tutti gli altri animali d’affezione».

L’appello

L'Organizzazione internazionale protezione animali suggerisce ai padroni di far controllare il microchip degli animali almeno una volta l'anno per garantire da un lato il corretto funzionamento dello strumento e dall’altro la precisa identificazione degli stessi. L’appello di Oipa è quello di attuare un'azione legislativa a più ampio raggio. «In attesa dell’introduzione di un obbligo generale, ci appelliamo a tutte le Regioni affinché con proprie leggi introducano l’obbligo d’iscrizione all’Anagrafe degli animali d’affezione - sottolinea Massimo Comparotto -. Sarebbe un ulteriore stretta al fenomeno dell’abbandono e della sovrappopolazione degli animali chiusi in canili e gattili».

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