LA STORIA

Leo, il micio salvato dalla morte in Sardegna e portato a casa dopo una pedalata di 500 chilometri

di Alessandro Gatta
Si avvicina il quinto anniversario del ritrovamento in una discarica del gatto, che ora pesa ben 6 chili. I proprietari: «Ci ha arricchito tanto, perciò abbiamo scritto una lettera provocatoria sui social "ringraziando" chi l'ha abbandonato»
Il gatto Leo: cinque anni fa il ritrovamento (GattaA)

Tempo pochi giorni e sarà l’anniversario del ritrovamento del piccolo grande Leo, un gatto che oggi ha 5 anni (e pesa 6 kg) e che se l’è vista davvero brutta, salvato da morte certa in Sardegna e trasportato in bicicletta per quasi 500 km dai suoi futuri proprietari, Lorena Crotti e Francesco Cesari di Desenzano.

Le grida disperate vicino alla discarica

Infermiera lei, agente di commercio di lui: nel maggio del 2019 erano in vacanza (su due ruote) in Sardegna, ciclo-viaggiatori pronti a percorrere la tratta Macomer-Cagliari (appunto, quasi 500 km) in 8 tappe. Partiti e arrivati a Bosa, il giorno dopo – sotto una pioggia battente – transitavano da Tresnuraghes in direzione Sant’Antioco quand’è avvenuto l’incredibile incontro: nei pressi di una discarica, in mezzo ai sassi, hanno udito le grida disperate di un gattino. Poche settimane di vita, completamente bagnato, un occhio in pessime condizioni e tanta sofferenza.

«Si è avvicinato di sua spontanea volontà, come se ci avesse scelto – raccontano Lorena e Francesco –: si è messo tra le ruote della bicicletta, non ci abbiamo pensato un secondo». Subito è scattata una pronta organizzazione: «Abbiamo allestito una cuccia nel portavivande di Lorena di fronte al manubrio e ci siamo diretti verso Riola Sardo, la tappa successiva. Qui abbiamo cercato una farmacia, l’abbiamo medicato (Lorena è del mestiere), abbiamo provato a dargli del latte, poi si è mangiato un tramezzino intero».

Una nuova vita

Comincia qui la nuova vita del gattino Leo (che è stato Lea per qualche settimana: «Eravamo convinti fosse una femmina»): «Ci ha accompagnato tutto il viaggio, subito a suo agio».

Intelligente a dir poco: «Fin da subito è stato capace di chiudersi da solo, con la zampa, il coperchio della sua cuccia adattata. Ci siamo attrezzati con sabbia e teglia di alluminio come lettiera. Ci chiamava lui quando doveva fare i bisogni». Solo per pochi attimi c’è stato il pensiero di donarlo alla colonia felina di Su Pallosu, a Putzu Idu: «Ma in realtà Lorena aveva già deciso al primo sguardo», sorride Francesco. Curato con antibiotici, in poche settimane il suo occhio è guarito: ultima tratta in treno da Cagliari a Macomer, poi in traghetto fino al continente, infine a Desenzano. Ora è casa con loro, sano e salvo: si fa compagnia con l’amico Axel (un altro gatto). «Ci ha fatto entrare in una nuova dimensione – concludono Lorena e Francesco – e ci ha arricchito molto. Grazie a te che l’hai abbandonato, abbiamo scritto provocatoriamente in una lettera pubblicata sui social».

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