GREEN PASS

Bar, ristoranti e hotel tra crisi e controlli "rafforzati": ecco cosa cambia

di Marta Giansanti
La «carta verde» da domani allargherà i suoi confini e bisognerà essere in regola per poter accedere a servizi e attività per i quali sono pronte a scattare le nuove restrizioni
La «carta verde» da domani allargherà i suoi confini e bisognerà essere in regola per poter accedere a servizi e attività per i quali sono pronte a scattare le nuove restrizioni
La «carta verde» da domani allargherà i suoi confini e bisognerà essere in regola per poter accedere a servizi e attività per i quali sono pronte a scattare le nuove restrizioni
La «carta verde» da domani allargherà i suoi confini e bisognerà essere in regola per poter accedere a servizi e attività per i quali sono pronte a scattare le nuove restrizioni

La Brescia da bere e da mangiare è pronta ad affrontare l’ulteriore prova del Super Green pass, nonostante le incognite. «Attendiamo che entrino in vigore le nuove norme per tirare le prime somme, ma non ci spaventano», ripetono baristi e ristoratori a poche ore dall’inasprimento delle regole estese dal governo per rallentare la veloce corsa della variante Omicron. A partire da oggi e fino al termine dello stato di emergenza, per ora fissato al 31 marzo, sarà necessario essere in possesso del lasciapassare rafforzato (ottenuto con vaccinazione o guarigione) per usufruire dei servizi di ristorazione pure all’aperto, negli alberghi e nelle strutture ricettive, per partecipare a feste conseguenti a cerimonie civili e religiose, su tutti i mezzi di trasporto pubblico. Ma anche nei musei, nei centri culturali, sociali e ricreativi. Per prender parte a sagre, fiere e congressi, negli impianti di sci, negli sport di squadra e nelle piscine al chiuso e all’aperto, nelle palestre, nei centri termali, nei parchi divertimento e nelle sale gioco, bingo e casinò. «Siamo favorevoli al provvedimento - confida Giorgia Ianni titolare del Dolce Vite di piazza Paolo VI -. Ovviamente non possiamo prevedere cosa accadrà, lo scopriremo solo nei prossimi giorni. Di certo, questa mansione in più, potrebbe causare qualche rallentamento. In ogni caso come controlliamo all’interno del locale lo faremo senza nessun problema anche all’esterno. Ma ripeto, è ancora un grande punto interrogativo».

Il «nodo» verifiche non graverà solo sulla velocità del servizio, per qualche esercente si rinnova una questione già affrontata in passato: «Non credo debba spettare a noi accertare che i cittadini siano immunizzati o guariti, se ne dovrebbero occupare persone preposte a farlo, soprattutto perché ho il presentimento che i non vaccinati utilizzeranno il QrCode di amici o parenti - sottolinea Matteo Biba del Bar Loggia, nell’omonima piazza -. Nei momenti di grande afflusso sarà complicato, e assumere un dipendente per scansionare le certificazioni non è economicamente sostenibile». Lo «scatto» da base a super Green pass interesserà pure il comparto alberghiero. «Siamo d’accordo con la misura - commenta Alessandro Fantini, vicepresidente vicario di Federalberghi Brescia -: è necessario lavorare tutti insieme per contribuire alla protezione della comunità agendo attraverso un rafforzamento dei controlli anche all'interno delle nostre strutture».

Ciò che spaventa l’associazione è di tutt’altra natura. «I flussi dall’estero sono bloccati, pesando gravemente sul settore e sull’indotto - è il campanello d’allarme di Fantini -. La montagna, dopo un buon periodo natalizio, sta assistendo a numerose cancellazioni di settimane bianche e molti alberghi rischiano di chiudere». In città la situazione è parzialmente diversa ma altrettanto preoccupante. «Il 50% degli stranieri è nel capoluogo per viaggi d'affari - spiega - e il reintegro dello smart working inizia a farsi sentire nell’assenza di prenotazioni o di continue disdette». Mentre sul lago, quelle poche strutture, perlopiù a conduzione familiare, rimaste aperte in bassa stagione, si domano se sia il caso di chiudere e di tornare in primavera. «Lo scorso anno eravamo fermi ma in parte aiutati dai ristori, dal blocco dei pagamenti dei mutui, da agevolazioni e dalla cassa integrazione - ricorda Fantini -. Ora non c’è nulla, speriamo che nel decreto che verrà discusso a giorni si presti attenzione al settore e a tutte le attività che gravitano attorno, come bar e ristoranti. Perché noi siamo solo la punta dell’iceberg».•.

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