TEATRO19 DALLA CAMERA

«È tutto abrogato,
fuorché la gioia»
Voci di tre amiche

La metamorfosi di Roberta Moneta, Francesca Mainetti e Valeria Battaini
La metamorfosi di Roberta Moneta, Francesca Mainetti e Valeria Battaini
Brescia, metamorfosi di tre attrici

Quanto a lungo fummo ingannati?, si chiede Walt Whitman. E noi con lui, ora che l'assenza della libertà di camminare, toccare, odorare ci ha fatto rammentare la potenza stordente della nostra appartenenza a Madre Terra. «Metamorfosati corriamo veloci come fa la natura/Noi siamo natura/a lungo siamo mancati/ ma adesso torniamo» ci sussurra l'autrice, regista e attrice bresciana Roberta Moneta che ha raccolto l'invito di Bresciaoggi a partecipare all'iniziativa «Teatro dalla Camera - Reagiamo alla Paura» con le altre colleghe di Teatro19, Francesca Mainetti e Valeria Battaini.Tra l'appello e la pubblicazione, quattro giorni fa qualcosa è cambiato: si può uscire, andare a trovare i parenti. Ma gli amici e i colleghi sono ancora una categoria «tabù». E così questo trio affiatato di teatranti e curatrici di festival che alla città di Brescia ha regalato felici esperimenti di moltiplicazione dei palcoscenici urbani come «Barfly», compie per il pubblico del nostro quotidiano sul sito internet www.bresciaoggi.it un piccolo «miracolo» dell'arte dell'immaginazione. «Rinchiuse» come principesse contemporanee di una fiaba urbana dentro i loro cortili, giardini e mansarde - separate ma allineate da un uguale pensiero - ci regalano una delle più belle liriche del poeta americano, «pioniere» del verso libero, passandosi un testimone vegetale e simbolico. Un bulbo, un ramo in boccio, un fiore nel fulgore della sua bellezza primaverile: metafora del teatro e della cultura che travalicano i confini materiali di ogni limitazione normativa. Chiavi di libertà, strumenti d'identità e antidoti alla solitudine: una rappresentazione poetico-teatrale che svela la sua magia grazie all'arte del montaggio. Il montaggio, arte sacra per Eisenstein, Kubrick e altri sapienti della Storia, in questi mesi di sopravvivenza digitale è stato usato ma, spesso, non compreso. Ecco: il trio Battaini-Mainetti-Moneta ci ha ragionato, spiazzando e commuovendoci come l'«odore della robinia».Tutto questo è anche un modo per evocare la parata che non c'è stata: era tutto pronto per la sesta edizione di «Metamorfosi Festival - Scena mentale in Trasformazione». Manifestazione prevista tra il 28 febbraio e l'8 marzo che, per le necessarie misure di contenimento del Coronavirus, è stata rimandata al 12 settembre. Nel ricchissimo cartellone del festival spuntavano titoli come «Arrivederci e grazie» di Gianbattista Schieppati, «La smarrita nel bosco» di Anna Teotti (da Federico García Lorca), «Il fiore del mio Genet» di Andrea Cramarossa, un «Percorso botanico» con il Museo di Scienze naturali di Brescia e «La vita ha un dente d'oro» di Rita Frongia. Restiamo in attesa di novità, di tracce pulsanti di questo «teatro popolare, diffuso, periferico, senza muri».

Il sito di Teatro19 

 

Il progetto «Metamorfosi - Scena mentale in trasformazione»

 

Barfly, il teatro fuori luogo

 

La pagina Facebook: moltissimi eventi virtualmente reali

 

 

La poesia di  Walt Whitman
«We Two How Long We Were Fool’d»
«Noi due, quanto a lungo fummo ingannati»

Noi due, quanto a lungo fummo ingannati,
ora metamorfosati fuggiamo veloci come fa la Natura,
noi siamo Natura, a lungo siamo mancati, ma ora torniamo,
diventiamo piante, tronchi, fogliame, radici, corteccia,
siamo incassati nel terreno, siamo rocce,
siamo querce, cresciamo fianco a fianco nelle radure,
bruchiamo, due tra la mandria selvaggia, spontanei come chiunque,
siamo due pesci che nuotano insieme nel mare,
siamo ciò che i fiori di robinia sono, spandiamo profumi
nei sentieri intorno i mattini e le sere,
siamo anche sterco di bestie, vegetali, minerali,
siamo due falchi, due predatori, ci libriamo in alto nell’aria e guardiamo sotto,
siamo due soli splendenti, siamo noi che ci bilanciamo
sferici, stellari, siamo come due comete,
vaghiamo con due zanne e quattro zampe nei boschi, ci lanciamo sulla preda,
siamo due nuvole che mattina e pomeriggio avanzano in alto,
siamo mari che si mescolano, siamo due di quelle felici
onde che rotolano una sull’altra e si spruzzano l’un l’altra,
siamo ciò che l’atmosfera è, trasparente, ricettiva, pervia, impervia,
siamo neve, pioggia, freddo, buio, siamo ogni prodotto, ogni influenza del globo,
abbiamo ruotato e ruotato sinché siamo arrivati di nuovo a casa, noi due
abbiamo abrogato tutto fuorché la libertà, tutto fuorché la gioia. 

Traduzione di Giuseppe Conte

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