Ex Caserma Serini, ora l’amianto mette paura

di Valerio Morabito
I condizionatori sono già stati messi in funzioneI container con servizi igienici installati all’esterno degli alloggiI tavoloni della sala mensa sono già stati montatiBrandine con materassi all'interno di una casermetta ristrutturata
I condizionatori sono già stati messi in funzioneI container con servizi igienici installati all’esterno degli alloggiI tavoloni della sala mensa sono già stati montatiBrandine con materassi all'interno di una casermetta ristrutturata
I condizionatori sono già stati messi in funzioneI container con servizi igienici installati all’esterno degli alloggiI tavoloni della sala mensa sono già stati montatiBrandine con materassi all'interno di una casermetta ristrutturata
I condizionatori sono già stati messi in funzioneI container con servizi igienici installati all’esterno degli alloggiI tavoloni della sala mensa sono già stati montatiBrandine con materassi all'interno di una casermetta ristrutturata

«Amianto all’interno dell’ex caserma Serini». È questa l’ultima spina nel fianco per il Ministero dell’Interno in vista dell’apertura del centro di accoglienza e smistamento nell’area militare che confina con l’aeroporto di Montichiari.

La segnalazione è del comitato «Basta amianto», che attraverso la presidente Monica Giobini ha inoltrato alle istituzioni interessate una lettera in cui ha sollecitato un sopralluogo ed un successivo intervento per rimuovere le lastre in eternit che si trovano nella Serini, con grande probabilità, da molti anni. Tra i destinatari anche il prefetto Valerio Valenti, visto che «l’ex caserma Serini - da parte del Ministero dell’Interno - è stata individuata quale luogo di accoglienza di profughi» e la presenza di amianto tra le casette ormai abbandonate potrebbe essere un ulteriore problema in vista dell’arrivo dei 130 migranti.

Soprattutto se si considera che l’amianto è presente anche nell’area recintata in cui dovrebbero arrivare i richiedenti asilo.

«Si tratta, in sostanza, di coperture di fabbricati in amianto e dunque - ha dichiarato Monica Giobini - chiediamo un tempestivo sopralluogo del sito da parte delle istituzioni competenti, comunicare tutti gli eventuali interventi che si ritengano necessari a seguito della verifica dello stato di conservazione dei manufatti.

Inoltre chiediamo alle istituzioni coinvolte, ovvero Prefettura, Ats e Comune di Montichiari, ciascuno per la propria competenza, una relazione sulle procedure adottate per il controllo e la manutenzione delle coperture, sul loro effettivo stato di conservazione e sui conseguenti provvedimenti che si intendono adottare per la messa in sicurezza del sito, in virtù dei compiti di controllo dei materiali contenenti amianto».

In attesa della verifica delle istituzioni coinvolte all’interno dell’ex caserma Serini, è probabile che sarà necessaria la rimozione dell’amianto e la successiva bonifica della zona. Un bel problema per il Ministero dell’Interno, che deve fare i conti anche con incessanti rallentamenti nei lavori in vista dell’apertura del centro profughi.

A tal proposito, come ha confermato il sindaco di Castenedolo Gianbattista Groli, «i lavori per collegare il sistema fognario della Serini al collettore della nostra cittadina non sono iniziati, perché quando verranno avviate le operazioni dovranno contattarci per tempo».

NEL FRATTEMPO ha alzato la voce anche il comitato «La Serini ai cittadini», che ha parlato di «spreco di denaro pubblico dentro la caserma». «Giorno e notte le luci all’interno degli stabili sono accese, il riscaldamento con i climatizzatori in funzione e l’acqua risulta aperta. Chi paga tutti questi sprechi?», si sono chiesti in maniera retorica dal presidio.

Sta di fatto che all’interno dell’ex caserma Serini, ormai è tutto o quasi pronto malgrado i ritardi.

Le tende blu che riportano la firma del Ministero dell’Interno-Protezione civile sono state montate, le brande con i materassi sono posizionate, lo stesso vale per i container che saranno i bagni per i migranti e nella sala mensa i tavoli sono ben sistemati, anche se manca la cucina.

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