IN TRIBUNALE

«Reclutava filo-russi La finalità? Terrorismo»

di Mario Pari
È stata rinviata a giudizio una donna di 66 anni di Gussago per fatti del 2015. Romana Mengaziol, titolare di un'agenzia di security, assicura: «Non ho mai partecipato, mi sono stati rubati sette anni di vita»

Lei sostiene di non «aver mai partecipato». Ma secondo il gup qualcosa da chiarire rimane, al punto d’averla rinviata a giudizio con l’accusa di reclutamento con finalità di terrorismo. L’udienza si è tenuta ieri a Brescia e al processo, davanti alla corte d’assise si dovrà presentare Romana Mengaziol, 66 anni, d’origini piemontesi e residente a Gussago. L’indagine, coordinata dal pm Erika Battaglia, di Brescia, riguarda il presunto reclutamento di combattenti che sarebbero partiti per ad andare ad affiancare, negli anni passati le milizie filo russe in Ucraina. I fatti risalgono al 2015 e nella ricostruzione accusatoria l’imputata sarebbe stata titolare di una agenzia di security con sede a Londra. L’indagine di cui ora, con riferimento a Romana Mengaziol, si occuperà la corte d’assise ha preso il via da Genova. Un’indagine, quella bresciana, certamente di rilievo se anche il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli, parlando degli sviluppi bresciani, ha ritenuto di ricordarla durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022. Romana Mengaziol, ieri, assistita dall’avvocato Francesca Occhiuzzi del foro di Paola, in attesa della decisione del gup, ha dichiarato: «Mi hanno rovinato la vita, sono innocente, non ho mai partecipato. Ho la documentazione. Mi hanno rubato sette anni di vita, non c’entro nulla».

La donna, secondo quanto riferito nell’ordinanza di custodia cautelare del tribunale di Genova nei confronti di altre persone, tra cui un bresciano, che sarebbe in Ucraina a combattere nel Donbass con le milizie filo russe, si sarebbe offerta di concorrere alle spese «del gruppo fornendo il denaro per pagare i biglietti del viaggio di ritorno. Secondo il gip che firmò l’ordinanza: «l’ulteriore riscontro fornito dall’analisi in parola lascia intendere un diretto coinvolgimento della donna nella vicenda in argomento». Romana Mengaziol ieri ha spiegato d’essere già stata «archiviata due volte a Genova» Il processo davanti alla corte d’assise di Brescia inizierà il 15 settembre prossimo. Una vicenda quindi, secondo l’accusa, di reclutamento di «foreign fighters» che però viene completamente negata dalla donna rinviata a giudizio. L’udienza davanti al gup ieri è stata piuttosto veloce. Ora non resta che attendere il processo per un ipotesi di reato certamente molto pesante, il reclutamento con finalità di terrorismo, al punto che a pronunciarsi sarà chiamata la corte d’assise. Al termine dell’udienza preliminare, ieri, Romana Mengaziol, ha detto chiaramente d’essere pronta a dimostrare la propria innocenza, anche attraverso dei documenti che, invano, sarebbero stati già mostrati al gup. •.

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