«Sto aspettando da febbraio il via libera per 100.000 euro»

I bonus non hanno portato per ora particolari benefici al comparto
I bonus non hanno portato per ora particolari benefici al comparto
I bonus non hanno portato per ora particolari benefici al comparto
I bonus non hanno portato per ora particolari benefici al comparto

«Noi imprenditori non abbiamo più tempo, che decidano alla svelta, a rischio c’è la sopravvivenza di migliaia di piccole e medie imprese edili»: così Numa Sbaraini, titolare di Sos Edilizia e Soccorso Casa con sede in città, commenta la proposta correttiva di un emendamento, presentato del ministero dell’Economia, per cercare di sbloccare la cessione dei crediti d’imposta legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi. «Perché - continua Sbaraini - in ballo ci sono le nostre attività, il posto di lavoro di tanti operai e la tenuta di una delle filiere trainanti del Paese. È necessario sbloccare urgentemente le cessioni del credito, arenate ormai da mesi. In molti sono con l’acqua alla gola: gli istituti che le accettano sono ancora pochi e spesso le rifiutano». Scansata dal Governo ogni possibilità di proroga del Superbonus, l’azione di intervento sarebbe rivolta ad ampliare il numero dei soggetti destinatari della cessione dei crediti, con la sola esclusione delle persone fisiche. «La misura andava regolamentata fin da subito - chiosa Sbaraini -, Abbiamo dovuto aspettare mesi per avere le linee guida delle Agenzie delle Entrate, all'inizio non esistevano nemmeno le banche che ritiravano il credito: hanno fatti i conti senza l’oste, cambiando ripetutamente le carte in tavola, creando confusione e preoccupazione». Ma non solo: «Hanno dato il via a un shock economico, purtroppo, mal studiato. In Italia il numero di ditte edili non è sufficiente a coprire il fabbisogno degli interventi necessari in un Paese in cui il patrimonio immobiliare ha più di 40 anni. Soprattutto alla luce della proposta europea sul divieto di vendita o affitto se non si raggiungono determinati requisiti di efficienza energetica, che ha portato inevitabilmente alla corsa all'ammodernamento - spiega Sbaraini -. E in tutto questo marasma non hanno pensato a stabilire un tetto massimo di inflazione del costo dei materiali». Rincari eccezionali che, in alcuni casi, si è tradotto in aumenti superiori al 100%: «Dopo i mesi più critici segnati dalla difficoltà nel reperire materie prime ora ci si scontra con l'impossibilità della “pronta consegna” - aggiunge -. Almeno la metà dei miei cantieri sono legati al Superbonus e, come me, sono nella stessa situazione molti altri imprenditori. Il Governo deve accelerare i tempi». Troppe le realtà che attendono risposte celeri. «La mia è una piccola attività, proprio per questo ho sempre evitato situazioni poco chiare e insicure - confessa Gianpietro Gazzoli, della Gazzoli Tinteggiature di San Zeno -. Ma l'ho fatto ed è stato un disastro». Nessun «100%» per Gazzoli ma solo qualche «Bonus Facciate»: «Da febbraio aspetto che la piattaforma mi sblocchi 100 mila euro - sottolinea -. Troppi problemi, tra documenti richiesti ingiustamente e una complessa burocrazia. Le Poste non hanno mai accettato di acquistare il credito, la mia banca non ne ha voluto più sapere, alla fine sono risucito con la Btl. Dopo queste esperienze sono certo che non accetterò più richieste con bonus edilizi - confida -. Anticipare le spese dei materiali e dei lavori per poi rischiare di trovarmi scoperto di centinaia di migliaia di euro non posso sostenerlo e non voglio espormi fino a tal punto». •. M.Gia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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