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Vaccino, l' obbligo per gli over 50 riguarda 40 mila bresciani

La variante Omicron avanza senza tregua, i contagi aumentano (ieri 189 mila casi, record da inizio pandemia) e il Governo corre – per l’ennesima volta – ai ripari, nell’intento di non bloccare il Paese. Obbligo di vaccino per gli over 50, impone l’ultimo provvedimento. I cittadini che rientrano in questa fascia d’età potranno andare al lavoro solo se immunizzati o guariti dal Covid. Questi ultimi dovranno vaccinarsi obbligatoriamente dopo 6 mesi. Per chi dovesse decidere comunque di non immunizzarsi è prevista una sanzione di 100 euro, secondo quanto affermato da diverse fonti di governo al termine del Cdm. La nuova linea  interesserà direttamente oltre 40 mila bresciani su 556mila ultracinquantenni e che non ammette deroghe, se non l’esenzione per chi ha un certificato medico.

 L'obbligo scatterà con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e resterà in vigore fino al 15 giugno. Dal 15 febbraio gli over 50 potranno andare al lavoro, nel pubblico e nel privato, solo con il super green pass. Le verifiche spetteranno ai datori di lavoro e chi non ha la carta verde “rafforzata” sarà considerato assente ingiustificato con la sospensione dello stipendio ma la conservazione del posto. Le imprese potranno però sostituire chi non ha il pass rafforzato. Chi  entra in un luogo di lavoro e non ha il super pass incorre in una sanzione erogata dal prefetto che va da 600 a 1.500 euro. E tornerà anche l’uso massiccio dello smart working: i ministri Brunetta e Orlando hanno firmato la circolare nella quale si sensibilizzano le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a utilizzare pienamente lo strumento.

Una scelta inevitabile quella dell'obbligo, per il governo Draghi, e non certo semplice considerando la lunga discussione prima in cabina di regia e poi in Consiglio dei ministri. Pd, Forza Italia, Italia Viva e il ministro della Salute Roberto Speranza erano per   estendere l'obbligo vaccinale a tutti i lavoratori mentre sul fronte opposto si è ricreato l'asse Lega-Cinquestelle. E’ stato il premier Mario Draghi a trovare una via d'uscita: prima ha imposto, contro la volontà della Lega, l'obbligo vaccinale per tutti gli italiani che hanno più di 50 anni, una scelta che non è un «compromesso politico», spiegano fonti di governo, ma dettata dall’imperativo di raffreddare la curva e ridurre le ospedalizzazioni, che colpiscono soprattutto i più anziani. Draghi ha poi avallato il compromesso per evitare l'astensione dei ministri di Matteo Salvini: per accedere ai servizi alla persona - dunque parrucchieri ed estetisti - agli uffici pubblici, servizi bancari, postali e finanziari, nei centri commerciali e nei negozi, ad eccezione di quelli «necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie delle persone», basterà il green pass base (quindi ottenibile anche con tampone).

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