il caso

Desenzano, Avanzi e il caso Segre: «I nazisti? Dei criminali»

di Silvia Avigo
L'assessore alla Cultura respinge le accuse seguite al Consiglio comunale. Era uscito dall'aula durante il voto sulla cittadinanza alla senatrice «Assenza ininfluente: io sono solidale con le vittime dell'Olocausto»
Il Consiglio comunale di Desenzano: lunedì sera ha conferito la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto
Il Consiglio comunale di Desenzano: lunedì sera ha conferito la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto
Il Consiglio comunale di Desenzano: lunedì sera ha conferito la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto
Il Consiglio comunale di Desenzano: lunedì sera ha conferito la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto

«Tutti mi vedono duro come una quercia e mi etichettano come fascista. È ora di svelare chi sono davvero». L’assessore alla cultura di Desenzano Pietro Avanzi interviene il giorno dopo la polemica che lo ha coinvolto durante il Consiglio di lunedì sera, quando è uscito dall’aula mentre veniva conferita la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Avanzi respinge le accuse di «sfregio» alle istituzioni e spiega di essere uscito solo per rispondere a una mail rugfente di lavoro: «Mi sento offeso e ferito nei miei valori, la verità è un’altra. Ero arrivato in ritardo per problemi di lavoro, ma ricordo che gli assessori non votano e la mia uscita è stata ininfluente. Ho comunque fatto in tempo a partecipare alla lettura della lettera della senatrice Segre ai desenzanesi. Da parte mia nessuna intenzione di mancare di rispetto. Chi lo pensa non conosce la mia storia».

Tedesco per parte di madre, l’assessore poi spiega: «L’Olocausto e il nazismo sono ferite che si riaprono ogni volta - le sue parole -. Porto dentro il senso di colpa nazionale, che in Germania è fortissimo, mi fa soffrire ogni volta di più. Mio nonno materno era un contadino spedito al fronte e scoprì l’orrore nazista solo alla fine della guerra. Ho vissuto fin da piccolo il peso di questa tragedia. La cittadinanza alla Segre è un indispensabile gesto di abiura: ogni strage, violenza, sia l’Olocausto o le Foibe, ma anche qualsiasi atto di terrorismo o sopruso non ha colore politico ma sono atti criminali messi in atto da criminali». Avanzi racconta che per capire il mondo ebraico ha fatto più volte visita alla sinagoga di Berlino, di aver visitato i luoghi dove fu decisa la soluzione finale.

Ma cosa è successo l’altra sera? L’assessore spiega come la sua assenza fosse ininfluente ai fini pratici: «Della cittadinanza alla Segre non mi sono interessato solo perché era una mozione del Pd, ma sostenuta senza esitazioni anche da Fdi e quindi è stata portata avanti dal sindaco Guido Malinverno». Tra le accuse sollevate dopo la sua uscita dall’aula, è stata mossa ad Avanzi anche quella di disertare la celebrazione del 25 Aprile: «È una festa nazionale e va celebrata, ma è la festa della libertà non solo di una parte politica. Non partecipo nemmeno al 2 Giugno e al 4 Novembre, il mio lavoro mi impegna spesso anche nei giorni festivi e comunque Desenzano è sempre rappresentata dal sindaco e dal vicesindaco». E se avesse potuto votare per la cittadinanza a Liliana Segre? «Avrei votato sì, come simbolo per tutte le persone vittime dell’oppressione». •.

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