il caso

Desenzano e Liliana Segre: la cittadinanza c'è ma in consiglio scoppia la polemica

di Silvia Avigo
Ufficializzata l'onorificenza alla senatrice a vita nella cittadina dove ebbe sede l'Ispettorato per la razza del fascismo. L'assessore Avanzi lascia l'aula poco prima della votazione Pd e Anpi: «Sfregio alla storia» La sua difesa: «Ero al telefono»
Il Consiglio comunale ha deciso: Liliana Segre  è cittadina onoraria
Il Consiglio comunale ha deciso: Liliana Segre è cittadina onoraria
Il Consiglio comunale ha deciso: Liliana Segre  è cittadina onoraria
Il Consiglio comunale ha deciso: Liliana Segre è cittadina onoraria

Desenzano conferisce la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla deportazione nazista nel campo di Auschwitz-Birkenau, dove perse il padre Alberto. «Un atto di giustizia riparativa», sono state le parole del consigliere Pd Maria Vittoria Papa nel Consiglio di lunedì sera. Desenzano infatti, tra il marzo 1944 e il marzo1945 fu la sede dell’Ispettorato della razza della repubblica sociale, la «cabina di regia» dell’Olocausto degli ebrei italiani: «Con la cittadinanza a Liliana Segre, Desenzano dichiara la sua abiura del fascismo, dei fascismi di ieri e di oggi», ha aggiunto Papa. Ma la seduta ha avuto strascichi polemici a causa del comportamento tenuto durante la votazione dall’assessore Pietro Avanzi (Fratelli d’Italia), criticato aspramente sia dal Pd che dall’Anpi, uscito dall’aula e rientrato dopo il voto: un gesto che l’opposizione e l’associazione partigiani hanno interpretato come un plateale rifiuto, cosa che l’interessato nega.

Cosa è accaduto al consiglio comunale di Desenzano

L’assessore alla Cultura, entrato in sala a seduta già iniziata, mentre il sindaco Guido Malinverno leggeva le motivazioni della cittadinanza a Liliana Segre («Donna di pace e di cultura, vigile sentinella dei valori»), è uscito per rientrare solo a discussione chiusa, mentre Malinverno stava leggendo la lettera di ringraziamento a Desenzano della senatrice a vita.

Il Consiglio è poi proseguito regolarmente, ma alla fine si sono scatenate le polemiche- «Un comportamento deplorevole che però non ci sorprende: Avanzi da sempre non partecipa al 25 aprile e non è nuovo a questo tipo di dimostrazioni - dice Miriam Fattori, presidente dell’Anpi -. Ringraziamo invece il sindaco Malinverno che si è speso per questa nobile causa».

Tra marzo 1944 e il marzo1945 Desenzano  fu la sede dell’Ispettorato della razza della repubblica sociale 

Desenzano con questo atto chiede perdono «per ciò che avvenne nel periodo in cui operò nel nostro paese l’Ispettorato della razza, nel quale lavoravano una cinquantina di persone e il cui scopo era la distruzione dell’ebraismo. Di questa realtà non è rimasta quasi memoria», aggiunge il consigliere Pd Papa. Tutto il Partito democratico è poi intervenuto duramente sulla questione Avanzi: «Uno sfregio alla storia e ai valori di Desenzano, votati all’unanimità dal Consiglio - dice Andrea Palmerini -. Avanzi diserta spesso le sedute del Consiglio, ma lunedì con questo atteggiamento non ha dimostrato rispetto alla nostra storia e istituzioni».

La replica dell'assessore Avanzi

Ma l’assessore Avanzi non ci sta: «Sono arrivato in ritardo e ho ricevuto una telefonata urgente. Ho partecipato solo perché me lo ha chiesto il sindaco - spiega poi -: non sono mai stato coinvolto in questa azione e non me ne sono minimamente interessato. Comunque i consiglieri di Fdi hanno votato come tutti per la cittadinanza e come responsabile politico del partito non l’ho impedito». •.

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