Bancarotta
fraudolenta,
due in manette

di Mario Pari
Gli orologi sequestrati dalle Fiamme Gialle bresciane
Gli orologi sequestrati dalle Fiamme Gialle bresciane
Gli orologi sequestrati dalle Fiamme Gialle bresciane
Gli orologi sequestrati dalle Fiamme Gialle bresciane

Quando si profilava il fallimento, cedevano a chi svolgeva la funzione di prestanome, beni e denaro. Così tutto, nelle loro intenzioni, non sarebbe finito al curatore fallimentare che doveva occuparsi di saldare i creditori. Nelle loro intenzioni.


LA GUARDIA di Finanza di Brescia, al termine dell’operazione «Unreal estate», ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Lorenzo Benini, nei confronti di due imprenditori di Corte Franca: sono responsabili, a vario titolo, del reato di bancarotta fraudolenta posto in essere in danno di due società di capitali bresciane attive nel settore della costruzione e compravendita di beni immobili. Dalle indagini delle Fiamme gialle è emerso che sarebbero state sottratte risorse finanziarie per un milione e duecentomila euro, trasferite dai conti correnti delle ditte fallite a terzi. Trasferimenti avvenuti a titolo di «finanziamento», del quale non c’è mai stata, però, restituzione. Ma non è solo una questione di denaro. Tra quanto sarebbe stato distratto, per l’accusa, anche un complesso immobiliare composto da sette appartamenti nella zona del lago d’Iseo, del valore di un milione e 400mila euro e una villa nel Comune di Corte Franca del valore di di 470mila euro nella quale vivevano gli indagati fino a quando non sono stati arrestati. Le indagini hanno consentito di accertare che le condotte degli indagati hanno causato il dissesto di due società di capitale. Ma come sempre capita in questi casi è stato particolarmente rilevante anche il danno nei confronti dei creditori. Tutto con una conseguenza facilmente immaginabile per i due indagati: conservare gli immobili ceduti nei patrimoni delle ulteriori società che erano, di fatto, sempre a loro riconducibili. Le indagini non sono state semplici dal momento che si è proceduto ad accertamenti finanziari, perquisizioni, analisi documentali ed acquisizione di testimonianze. In questo modo la Guardia di Finanza di Brescia ha ricostruito la condotta fraudolenta.


L’ATTIVITÀ delle Fiamme Gialle ha portato anche al sequestro di tre orologi di valore e di conti correnti per 130 mila euro circa. Tra coloro che svolgevano il ruolo di prestanome ci sarebbero stati dei parenti. In alcuni casi venivano eseguiti dei bonifici su conti correnti intestati al prestanome. Poi il denaro sarebbe rimasto nella disponibilità degli indagati. Le distrazioni patrimoniali accertate ammontano a circa 3 milioni di euro. L’inchiesta delle Fiamme Gialle conferma l’efficacia delle loro investigazioni in un settore molto delicato.


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